La preside messa alla gogna per la presunta relazione con lo studente della sua scuola, passa all’offensiva nel corso di una intervista al CorriereTv e dichiara: “C’è stata una sovraesposizione della mia immagine che mi spiego solo pensando che forse qualcuno avrà fornito, forse lui stesso, delle informazioni ai giornali. C’è stato anche un atteggiamento maschilista: la donna, professionista, messa alla berlina. C’è stata un’esposizione mediatica becera e incomprensibile”. E a un’altra domanda della giornalista, risponde: “Non so cosa è passato nella testa dello studente, so solo che non è mai esistita nessuna relazione”.
Una montatura dunque secondo il racconto della preside a cui si aggiunge il resoconto della ispezione ministeriale: “È stata condotta con molta professionalità e sensibilità, ma estenuante: è durata dieci ore e mezza”, ma del cui esito ancora nulla è dato sapere, anche perché è stata ventilata persino la sospensione dal ruolo di dirigente.
In ogni caso, sulla vicenda, si è pure espresso il Garante per la protezione dei dati personali che ha esteso la limitazione di ogni ulteriore diffusione dei messaggi scambiati tra la dirigente scolastica e lo studente.
In una nota infatti viene spiegato: “I quotidiani hanno pubblicato alcuni articoli sulla relazione intima tra la preside, che viene identificata con il nome e cognome e con alcune fotografie, e lo studente maggiorenne, di cui viene riportato il nome di battesimo senza precisare se di fantasia o meno, riportando dettagli relativi ai rapporti personali anche attinenti alla sfera sessuale. Il Garante privacy ricorda che, nella diffusione di dati personali per finalità giornalistiche, il diritto di cronaca deve tutelare dignità, diritti e libertà fondamentali della persona. Un principio, richiamato anche nelle Regole deontologiche, da interpretare con particolare rigore in riferimento a informazioni relative alla sfera sessuale”.
E poi prosegue aggiungendo che “i dettagli riportati negli articoli nulla aggiungono alla necessità di fare chiarezza sulla vicenda e sulla regolarità delle condotte della dirigente scolastica, sulle quali sono in corso accertamenti da parte degli uffici scolastici competenti”.
Contestualmente sono pure entrati nella vicenda, come prevedibile, pure gli avvocati della donna, annunciando che presenteranno denunce per diffamazione “per una grave violazione del rispetto della dignità umana e professionale della mia assistita e per l’aperta violazione dei limiti del diritto di cronaca cosi come è stato evidenziato dal Garante della Privacy su questa situazione”.
Un’altra presa di posizione arriva pure dagli ex allievi della dirigente, che la definiscono “una donna di estremo valore ma anche una persona scomoda e implacabile nei confronti di chi ogni giorno umilia la scuola pubblica”, oltre che “una gemma di raro splendore che la scuola italiana dovrebbe valorizzare e proteggere. Una donna sincera, volitiva, integerrima, giusta (…) professionale nel suo lavoro (…) l’ultima persona che “si potesse accusare di avere preferenze o rapporti personali equivoci con gli studenti”.
Gli ex allievi vanno oltre, ipotizzando che la donna sia rimasta vittima di “colleghi meno volenterosi” che trovavano “nelle sue capacità e del suo impegno causa di profonda invidia”.
Lascia infatti perplessi il fatto che dalla scuola che la preside attualmente dirige non sia arrivato il minimo segnale, da parte di nessuno: né allievi né colleghi né collaboratori né del personale, di solidarietà, di vicinanza, di stima. Un silenzio che sembra una tacita accusa senza appello.