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La preside in sciopero: stipendi da fame, ma rischiamo il penale. No al bonus merito docenti

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I dirigenti scolastici sono sul piede di guerra: stipendi bassi, scarso supporto, impegni soffocanti, responsabilità enormi.

Si sentono traditi anche dagli ultimi due governi, perché la riforma della Buona Scuola non ha portato quei benefici che da tempo attendevano. Anzi, i carichi di lavoro sono aumentati a dismisura.

Il 25 maggio tutti i sindacati hanno deciso, seppure con modalità diverse, di alzare la voce. L’Anp è scesa in piazza a Roma, con centinaia di presidi giunti da tutta Italia. Le altre organizzazioni rappresentative hanno organizzato assemblee regionali. L’Udir ha proclamato lo sciopero nazionale.

La Tecnica della Scuola ha intervistato Virginia Villani, dirigente scolastico del terzo circolo didattico di Sarno, in provincia di Salerno.

 

Preside Villani, perché ha aderito allo sciopero?

Ho aderito allo sciopero proclamato dal sindacato Udir-Confedir non solo per ottenere l’equiparazione della retribuzione accessoria di posizione e di risultato a quella degli altri dirigenti dello Stato, ma anche per la modifica della normativa penalizzante sulla sicurezza che ci individua impropriamente come datori di lavoro con responsabilità anche penali. Inoltre protestiamo contro un carico di lavoro assurdo.

 

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Non è quindi solo un problema stipendiale?

Certamente non si tratta solo di rivendicare un trattamento retributivo equipollente a quello della dirigenza dello Stato, dalla quale peraltro la legge Madia ci ha escluso assieme anche alla dirigenza medica. Vogliamo reiterare la lotta per essere inclusi pieno iure nella dirigenza dello Stato. Per questo, lo sciopero rappresenta un’arma di pressione assieme ai ricorsi giudiziari per il Fondo unico nazionale e la Ria che Udir ha lanciato alla categoria. Chiediamo che tutto il Fun della dirigenza dello Stato, pari a 2 miliardi e mezzo, venga ripartito equamente tra tutti i dirigenti, eliminando i privilegi acquisiti da alcune categorie di dirigenti a scapito della dirigenza della scuola.

 

Nella sua carriera da dirigente scolastico aveva mai scioperato?

No, da quando sono dirigente scolastico è la prima volta che sciopero.

 

Se la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, le chiedesse quali sono i tre nodi più grossi da sciogliere per migliorare l’organizzazione delle scuole, quali indicherebbe?

A mio avviso, i tre punti fondamentali da modificare sono i seguenti: maggiore autonomia alle scuole, ma che sia sostanziale e non di facciata; modifica del bonus di merito ai docenti che ha portato in molte scuole divisioni e chiusure; attribuzione delle responsabilità sulla sicurezza ai sindaci e ai presidenti delle Province.

 

Se potesse tornare indietro, rifarebbe il concorso da dirigente scolastico?

Guardi, io istintivamente le risponderei immediatamente ‘no’. Tuttavia, poiché il mio obiettivo è quello di migliorare la scuola e restituirle la centralità e il ruolo che merita nella società, sono certa che lo rifarei. Perché ritengo che, affinché ciò avvenga, ognuno debba fare la sua parte e tirarsi indietro non è dignitoso.

 

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