Fino a che punto un organismo esterno alla scuola può interferire e fare pressioni sulle scelte del personale che vi opera? È quello che si stanno chiedendo in molti, dopo che la Giunta comunale di Petilia Policastro, in provincia di Crotone, ha approvato una delibera per chiedere all’Ufficio scolastico regionale di trasferire la dirigente scolastica. Il motivo? Non sarebbe più gradita al Paese.
Le motivazioni della curiosa richiesta, lecita ma decisamente insolita, raccontata dal periodico ‘il Crotonese’, sono contenute nella delibera numero 78 dell’11 luglio, approvata all’unanimità dalla Giunta comunale guidata dal sindaco Amedeo Nicolazzi.
A pesare sulla richiesta degli assessori e del sindaco non è stato solo stato “l’atteggiamento ostile della dirigente scolastica”, ma anche il fatto che la precedente Amministrazione comunale, guidata anch’essa da Nicolazzi, è stata “destinataria di contumelie, offese, post denigratori e polemici rivolti anche sui social dalla Dirigente scolastica che, nelle sue qualità, esercitava un innegabile condizionamento nelle opinioni e sensibilità dei cittadini”.
Era stato lo stesso primo cittadino calabrese, a detta sempre del periodico, a proporre all’esecutivo di approvare l’atto per accogliere una petizione presentata il 10 luglio da docenti, assistenti amministrativi, genitori dell’Istituto comprensivo dove opera la preside, ma anche di alcune associazioni culturali e privati cittadini.
Quindi, la richiesta di trasferimento coatto sarebbe stata formulata alla Giunta dagli stessi lavoratori dell’istituto dove la preside opera, attraverso una petizione, sostenuta da organismi esterni.
La delibera comunale è motivata dal fatto che, in basa alla petizione, è stata “ravvisata la sussistenza di gravi fattori di turbamento dell’ambiente scolastico e di pregiudizio del rapporto fiduciario tra l’istituzione scolastica e le famiglie degli alunni, conseguenti a presunti comportamenti lesivi della dignità della persona, nonché del prestigio e del decoro dell’amministrazione scolastica”.
Per il sindaco di Petilia Policastro sono anni che “le famiglie, il corpo docente, gli assistenti amministrativi di Petilia Policastro accusano e lamentano malessere, sofferenza, impotenza, rassegnazione all’ interno del contesto scolastico in cui vivono ed operano”.
Cosa accadrà ora? Considerando i fatti e le richieste istituzionali, è pressoché certo che il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale calabrese convochi, se non lo ha già fatto in passato, la dirigente scolastica per chiarimenti.
E poi? Premesso che è innegabile che un moto quasi popolare incida sulla sua decisione, la preside dovrà comunque chiedere spiegazioni per il malessere crescente nei suoi confronti: a quel punto, la dirigente scolastica – che nei confronti dell’amministrazione ha un rapporto di lavoro da dipendente di tipo fiduciario – formulerà la sua versione.
Spetterà poi al direttore generale raccogliere tutte le istanze e stabilire cosa fare, anche e soprattutto nell’interesse degli studenti e dei lavoratori che operano nell’istituto. Non è da escludere, che possa procedere con il trasferimento richiesto, dettato da motivi di incompatibilità ambientale.
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