Leggiamo sul Corriere di oggi quella che è la dichiarazione di resa garbata e graziosa dei sindacatoni, cioè dei cinque “rappresentativi” (secondo la normativa ministeriale). Forse contro voglia e poco convinti, i cinque avevano alla fine co-aderito allo sciopero “unitario” del 5 maggio, intestandosi poi la paternità esclusiva dell’esito positivo. Invece di portare subito all’incasso il successo ottenuto – anche grazie a loro, sia chiaro – chiedendo a gran voce il ritiro del DdL 2994, i cinque si sono baloccati in attesa di convocazioni e di tavoli veri di trattative.
Ma la situazione dei rapporti sindacali ora è cambiata.
Il Governo li ha snobbati ed era prevedibile, si sapeva. Lo sapevano anche loro, tanto che c’è da chiedersi se sono stati al gioco o hanno avuto paura del loro stesso successo.
Ora siamo alle ultime battute, il tempo è ridotto, le intenzioni del governo sono chiarissime: ottenere subito, comunque e per puntiglio un successo di immagine, una riforma che è devastante e letale per la scuola.
Una riforma che schiavizza i docenti e gli Ata, che illude i presidi, che scansa definitivamente qualsiasi sindacato. C’è da giocarsi insieme, ancora “uniti”, la carta dello sciopero degli scrutini, pur rimanendo nella legalità e-o denunciano accordi già disattesi e stracciati dal governo: i cinque rappresentativi si girano i pollici e guardano altrove! In altre parole, si stanno facendo suicidare!
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