Sposata con Gianna, mamma biologica di Costanza, Valentina si sente mamma a tutti gli effetti, ma per lo Stato, e dunque per le graduatorie della scuola, non ha diritti.
E infatti si è vista scavalcare da un papà. «Ho ricevuto la valutazione del mio profilo e sapete qual è stata la cosa che mi ha fatto più male? Vedere “punteggio 0” alla voce “figli”. Ma io una figlia ce l’ho. Perché io no e il mio collega, che qualche anno fa è diventato padre, sì? Cosa cambia tra me e lui? Perché devo essere sorpassata da chi ha un figlio, esattamente come me, e dunque può avere, come è giusto che sia, 6 crediti in più?».
La colpa di Valentina è quella di non avere mai intrapreso l’iter per l’adozione di Costanza: «Non l’ho fatto perché dura anni e devi pure presentarti davanti a un giudice. Ci vogliono soldi, tempo e causa tanto stress. Lo Stato, invece, dovrebbe tutelarci facendo un’integrazione alla Legge Cirinnà, ne abbiamo bisogno, ma non solo noi. Nella stessa situazione ci sono tante altre mamme e tanti altri papà».
Sembra che siano almeno 100mila le famiglie gay con figli. L’adozione per le coppie omosessuali è riconosciuta in 27 Stati, tra cui Spagna, Francia, Germania, Regno Unito.
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