Tutte le agenzie avevano scritto che una prof di inglese aveva sedotto un minorenne dal quale aspettava pure un figlio. Gogna per la sedicente docente, sbigottimento e indignazione, considerato soprattutto che una educatrice, in grazia della sua delicata funzione, non si può trasformare in una sorta di Circe lussuriosa; fino a quando si viene a sapere che la signora non era una docente ma un’infermiera con un’infarinatura di inglese, sfruttando la quale si era offerta di dare ripetizione al giovane virgulto, forse anche in funzione di un probabile innamoramento della donna.
Intanto la notizia della prof-Circe rimbalza da sito in sito e da giornale in giornale, pompata non già per il fatto in sé, la pedofilia, ma per il ruolo che la donna riveste, quello appunto di insegnante, alla quale i genitori, in piena fiducia, avevano affidato il figlio.
Quando però si accerta che non si trattava di una docente ma di una infermiera, sono scattate indignazioni opposte da parte del mondo della scuola: così si denigra una categoria, si è gridato, questa è una ulteriore pugnalata alla nobile professione del docente, è una continua gogna mediatica, e espressioni di questo tenore, puntando il dito contro la stampa faziosa e l’informazione in generale.
Se per un verso l’indignazione è accettabile e compressibile, dall’altro vorremmo far notare che se la notizia fosse partita secondo il dato oggettivo: l’infermiera che seduce un minorenne, nessun giornale o pochissimi, forse solo quelli della stessa città, avrebbero rilanciato l’evento. O l’avrebbero dato come un fatto squallido di cronaca, con poche righe, mentre le agenzie, come l’Ansa, non l’avrebbero sicuramente presa in considerazione.
La vicenda ha avuto larga eco semplicemente e solamente perché era coinvolta una prof e dunque la lettura della “fake” giornalistica può avere una diversa visuale, una prospettiva opposta rispetto alle indignate proteste di molti docenti, che non riguarda il generale discredito della categoria ma del suo opposto, e cioè dell’attenzione che i media hanno sulla scuola, sul suo avvenire, sulla sua funzione educativa ecc.
In altre parole, l’occhio che la stampa punta sulla scuola è continuo e persistente, e dall’istruzione si aspetta molto. Ed è proprio per questa considerazione che anche un battito d’ali sopra le classi, sui docenti, il personale fa notizia, suscita interesse, attenzione.
Certo le agenzie, tutte, hanno avuto il torto di non avere verificato il fatto, ritenendo più comodo fare un titolone: prof fa sesso con l’alunno e aspetta un figlio, piuttosto che: infermiera fa sesso con uno scolaro e aspetta un figlio. La differenza c’è e si vede.
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