Categorie: Estero

La prof tenta la fecondazione assistita, per il parroco della scuola è immorale: licenziata!

Gli Stati Uniti sono il paese degli eccessi. Nel bene, ma anche nel male. La “regola” è stata confermata in questi giorni, con la causa che Emily Herx, insegnante di lettere nell’istituto cattolico di Fort Wayne, Indiana, ha intentato alla sua scuola e alla diocesi cittadina. La donna ha riferito di essere stata licenziata senza un valido motivo se non quello di aver provato a rimanere incinta attraverso la fecondazione in vitro, che l’avrebbe resa, secondo le parole del parroco, “un’immorale ed imperdonabile peccatrice”.
Docente modello dal 2003 presso l’istituto di St Vincent de Paul, Herx sarebbe sempre stata, secondo le carte rilasciate dai suoi legali, un’insegnante impeccabile, ricevendo buone valutazioni da parte di superiori e studenti. Due anni fa la donna ha scoperto di soffrire di infertilità. Ha quindi comunicato al proprio capo d’istituto che assieme al marito si sarebbe sottoposti a delle cure per provare ad avere un bambino.
La preside mi disse che avrebbe pregato per me – ha dichiarato Ms Herx – e aggiunse di prendermi tutto il tempo necessario per ricevere i trattamenti richiesti“. Quando però un anno più tardi, nel maggio 2011, Emily Herx chiese un altro periodo di pausa dal lavoro per potersi sottoporre a un secondo ciclo di trattamenti, la stessa dirigente le disse di chiedere il permesso anche al pastore della chiesa dell’istituto, monsignor John Kuzmich. E fu in quella circostanza che arrivò la “doccia fredda”: la docente fu incolpata di aver intrapreso un percorso, quello di diventare mamma contrastando i problemi procreativi tentando la strada della fecondazione assistita.
All’incontro con mio marito, monsignor Kuzmich mi disse che ero `un’immorale ed imperdonabile peccatrice’, aggiungendo – ha dichiarato amareggiata l’insegnante – che sarebbe stato uno scandalo per la scuola se si fosse saputo che una delle insegnanti si sottoponeva a simili trattamenti“.
La docente, molto determinata nella sua scelta, non ha accettato la richiesta del prelato di tornare sui suoi passi: fu così licenziata. Ora, a mente fredda, ha chiesto assistenza alla Commissione per le Pari Opportunità sul Lavoro e ha deciso ora di fare causa alla scuola e alla diocesi. Kathleen DeLaney, avvocato dell’insegnante, ha dichiarato: “La mia assistita stava solo cercando di costruirsi una famiglia con suo marito, e questo licenziamento è stato un evento altamente traumatico“. Un evento che probabilmente, con un po’ di buon senso e meno preconcetti, si sarebbe potuto sicuramente evitare.
Alessandro Giuliani

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