Ogni classe ha le sue criticità e i suoi punti di forza, in una scuola non tutte le classi sono uguali e non tutte le classi hanno lo stesso livello di partenza. I tempi di apprendimento di ogni singolo alunno o di ogni gruppo di studenti, non sono mai gli stessi. La diversità di offerta didattica parte anche da chi è chiamato a programmare e da chi è chiamato a valutare. Per tali motivi la programmazione didattica disciplinare dei docenti non necessariamente deve essere perfettamente in linea con quanto deciso nei dipartimenti di una scuola, ma può opportunamente discostarsi.
Questo è il periodo, in quasi tutte le scuole italiane, della formulazione della programmazione didattico-disciplinare per ogni docente e in riferimento ad ogni materia scolastica. Nella programmazione si specificano i tempi di sviluppo dei moduli, le metodologie di apprendimento, i modi di valutazione e le relative griglie per le prove scritte, orali o, in taluni casi, pratiche. La programmazione viene calibrata e misurata sulla base dei livelli di partenza della classe, ecco perché viene presentata a fine ottobre, dopo un periodo iniziale di osservazione. In questo documento viene indicato il numero di prove scritte e di prove orali che il docente andrà a somministrare nell’arco di ogni periodo in cui l’anno scolastico viene suddiviso.
Prima dell’inizio dell’anno scolastico si svolgono delle riunioni dipartimentali per formulare una programmazione per classi parallele e per singole discipline. In tali riunioni si stabiliscono le griglie di valutazione comuni, si stabiliscono i contenuti programmatici suddivisi per moduli e in riferimento ai tempi, si stabiliscono il numero delle verifiche da fare per quadrimestre o trimestre, si stabiliscono le attività laboratoriali e quelle di Educazione civica.
In diverse scuole, e non sono poche, i dipartimenti “impongono”, sotto il consiglio dirigenziale, di svolgere alcune prove parallele. Si tratta di prove scritte somministrate a tutte le classi di un liceo per verificare il livello di apprendimento di tutte le classi prime, seconde, terze… Dall’esito di queste prove si dovrebbe comprendere il livello di apprendimento di tutti gli studenti, rilevando casi di criticità isolate e circoscritte, oppure diffuse ed estese. Le prove parallele, se regolarmente deliberate dal Collegio docenti e se somministrate con lo scopo puramente statistico, possono considerarsi legittime. Qualche problema di carattere di illegittimità possono avere tali prove se utilizzate per valutare le capacità professionali di un docente o per sollevare casi di incapacità didattica e scarso rendimento dell’insegnante.
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