Categorie: Politica scolastica

La proposta di sindacati e associazioni: compensi per il merito docenti decisi fra Ds e Rsu

Quella del 12 maggio non è stata una giornata tranquilla nè per Renzi nè per Giannini: lo sciopero “anti-Invalsi” proclamato dai Cobas per la scuola secondaria ha avuto larga adesione (si parla del 20%) un po’ in tutta Italia. Rispetto agli anni passati la partecipazione è stata molto più ampia proprio perchè si è saldata con la protesta nei confronti del ddl sulla scuola.
Protesta che non sembra destinata a diminuire dopo l’incontro fra Governo e sindacati al termine del quale tutte le organizzazioni hanno ribadito l’intenzione di continuare a chiedere modifiche sostanziali al disegno di legge (da rilevare che nei comunicati successivi all’incontro la parola d’ordine “ritiro” è pressochè assente anche se la richiesta generale riguarda l’adozione di un decreto urgente per garantire le assunzioni).
Va però segnalato un comunicato delle 32 organizzazione di “La scuola che cambia”, di cui fanno parte anche Cgil, Cisl e Uil, in cui vengono avanzate precise proposte alternative.
Una richiesta molto chiara riguarda il tema del merito e dei premi connessi: no – dicono sindacati e associazioni – al modello previsto dal ddl per cui dirigente scolastico e comitato di valutazione (colleghi, genitori, studenti) diventano autorità salariale degli insegnanti; sì invece ad un meccanismo che preveda di assegnare il fondo per il merito alla contrattazione collettiva.
Non è da escludere che su questo punto Governo e sindacati trovino un punto di intesa: in tal caso i “premi” destinati agli insegnanti dovranno essere “contrattati” fra dirigente scolastico e le rappresentanze sindacali. 
E c’è anche un’altra proposta alla quale sindacati e associazioni stanno pensando: risolvere il problema delle assunzioni attraverso gli albi territoriali, “favorendo l’incontro tra esigenze progettuali e competenze professionali degli insegnanti attraverso la contrattazione della mobilità e della formazione”.
Può darsi, insomma, che alla resa dei conti i sindacati decidano di deporre le armi a condizione che alcune questione vengano riportate nell’alveo della contrattazione nazionale o decentrata. 
Il fatto è che i tempi sono sempre più stretti e non sarà per niente facile trovare soluzioni condivise nell’arco di pochi giorni.

Reginaldo Palermo

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