La formazione è la finalità della scuola.
L’ambiente socio-economico-culturale determina la qualità della formazione.
L’ambiente della formazione è caratterizzato dall’incertezza e dalla dinamicità.
Vediamo perché. Valutiamo 100 la quantità di conoscenza posseduta dall’uomo nel momento in cui un alunno accede alla scuola materna. Conoscenza che, quando terminerà la secondaria superiore, varrà 1600. [Nature 2013 – le conoscenze raddoppiano ogni quattro anni]. Su questo scenario grava un’ulteriore complicazione: le conoscenze non si accumulano, ma si ristrutturano; la loro falsificazione è possibile.
Ne consegue: per interagire positivamente con ambienti in continua, rapida e imprevedibile evoluzione è necessario saper percepire e definire problemi, reperire e organizzare risorse, formulare ipotesi, disegnare e applicare strategie, esercitare il controllo. La promozione dei corrispondenti comportamenti [competenze] è compito delle scuole.
Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, intervenendo al Convegno sulla valutazione che si è tenuto il 20 ottobre, ha focalizzato la problematica, domandando: ”Cos’è una competenza?”.
Questione fondamentale perché negli ambienti scolastici il suo significato è variegato e, a volte, discordante. Circostanza biasimevole: la convinta condivisione del suo significato e l’identificazione delle sue componenti sono essenziali per il governo dei processi d’apprendimento.
Si propongono due situazioni che potrebbero introdurre la strategia vincente.
La prima è costituita dai tanto bistrattati latino e greco, formidabili palestre per lo sviluppo delle competenze: l’obiettivo principale di una traduzione non è il testo, ma la pratica, che conduce all’acquisizione del tipico comportamento dei ricercatori.
Anche i docenti di letteratura, spesso, scelgono i brani da proporre agli studenti al fine di sollecitare il loro pensare e il loro sentire.
La legge 53/2003, che esplicita l’orientamento del sistema educativo, indica la seconda situazione: “Sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”.
Ne derivano i seguenti principi:
Le capacità, che si manifestano attraverso le competenze, sono i traguardi;
Le capacità sono il fine, le conoscenze e le abilità sono gli strumenti per il relativo conseguimento;
Il rapporto capacità/abilità è analogo a quello retta/segmento;
Le competenze sono generali o specifiche: quelle generali vincolano il sistema scolastico; quelle specifiche gli insegnamenti. Queste ultime sono subordinate a quelle generali.
La gestione collegiale dei processi d’apprendimento è la condizione necessaria per governare il sistema educativo.
Enrico Maranzana