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La protesta dei Ds: invisibili per il governo, indispensabili per il Paese

Con un impermeabile celeste, intonano slogan come: “Basta fare danni”, “Vergogna”. Così, la mattina del 23 gennaio, si sono presentati davanti al ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere a Roma, circa 800 dirigenti scolastici aderenti alla Anp (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) per protestare contro il taglio disposto sulla retribuzione di posizione e di risultato.
Giunti da diverse parti d’Italia, si sono raccolti dietro ad un grande striscione con sopra scritto: “Dirigenti delle scuole invisibili per il governo, indispensabili per il paese”. Dietro questo striscione alcune centinaia di presidi provenienti stanno protestando.
La vicepresidente dell’Anp, Licia Cianfriglia ha ricordato le ragioni della manifestazione: “oggi siamo scesi in piazza in circa 800 presidi. Dopo l’accorpamento delle sedi abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro e delle responsabilità (ogni dirigente ha in media 4-5 sedi) a fronte di retribuzioni bloccate. A questo – ha continuato Cianfriglia – in questi mesi si è giunto lo scippo da parte del Ministero dell’Economia di 16 milioni del nostro fondo per le retribuzioni legate al risultato e alla posizione. Altri cinque milioni di euro, concessi nel 2010, per la perequazione interna degli stipendi sono spariti. In più – conclude – i colleghi della Sardegna e della Campania stanno subendo il prelievo dallo stipendio di alcune migliaia di euro. Su alcuni cartelli, infatti, si legge: “No al recupero forzoso degli stipendi”.
Al termine della manifestazione, una delegazione dei ds si è recata al centro di Roma, dove ha incontrato alcuni parlamentari. Altri delegati Anp hanno invece chiesto e ottenuto un confronto con dirigenti ministeriali. Anche gli altri sindacati rimangono sul piede di guerra: tanto che Cisl, Uil e Snals hanno annunciato lo sciopero per il prossimo 14 febbraio.
Alessandro Giuliani

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