Secondo i 95 verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico, che ricoprono l’arco di tempo fra il 7 febbraio e il 20 luglio, desecretati dalla Protezione civile, gli esperti del Comitato tecnico scientifico segnalavano già all’inizio di febbraio “il persistere dell’allarme” Covid, valutato in fase di espansione in Cina. L’organismo, in ossequio al principio di “massima precauzione”, raccomandava la quarantena di 14 giorni per gli studenti di ritorno in Italia dalle aree della Cina interessate dall’epidemia.
Oltre a una serie di consigli precauzionali per limitare il più possibile i danni da Coronavirus in tutti i luoghi e gli ambiti sensibili della Nazione, relativamente al distanziamento a scuola, nel verbale della riunione del 7 luglio scorso, si legge: “Il layout delle aule destinate alla didattica andrà rivisto con una rimodulazione dei banchi, dei posti a sedere e degli arredi scolastici, al fine di garantire il distanziamento personale di almeno 1 metro”.
Inoltre, “va prestata la massima attenzione al layout della zona interattiva della cattedra, prevedendo tra l’insegnante e il banco/i banchi uno spazio idoneo di almeno 2 metri”.
Ni primi verbali e in modo particolare in quello del 4 marzo si legge che ai primi giorni di marzo il ministro della Salute Roberto Speranza chiede al Comitato tecnico scientifico (Cts) un parere sull’opportunità di chiudere le scuole di ogni ordine e grado sull’intero territorio nazionale. Le risposte del Cts avanzano alcuni dubbi e perplessità: “Le scelte di chiusura dovrebbero essere proporzionali alla diffusione dell’infezione virale. La situazione epidemiologica del Paese è, a tutt’oggi, differenziata con Regioni e Province che hanno un elevato numero di casi (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Savona e Pesato Urbino) e altre in cui il numero di soggetti contagiati da Sars-Cov-2 è più limitato e prevalentemente riconducibile a focolai noti”.
Gli esperti evidenziano nel verbale che “la situazione epidemiologica può andare incontro a rapidi cambiamenti” e “non esistono attualmente dati che indirizzino incofutabilmente sull’utilità di chiusura delle scuole indipendentemente dalla situazione epidemiologica locale. Alcuni modelli predittivi indicano che la chiusura delle scuole potrebbe garantire una limitata riduzione nella diffusione dell’infezione virale”. Infine, “vi è consenso tra gli addetti ai lavori che un’eventuale chiusura delle scuole è stimata essere efficace solo se di durata prolungata”.
Nel verbale della riunione svolta proprio il 5 marzo, il Cts “ribadisce che il testo elaborato nella giornata di ieri in riferimento alla sospensione delle attività didattiche non è in alcun modo in disaccordo con la decisione di sospensione presa dal Consiglio dei ministri”.
I file sono rilasciati sul repository GITHUB del Dipartimento della Protezione Civile sono raggiungibili al seguente link