Home Personale “La questione dei Diplomati magistrali e la vergognosa disattenzione del Miur”

“La questione dei Diplomati magistrali e la vergognosa disattenzione del Miur”

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E’ passato oltre un mese da quando denunciammo pubblicamente che l’Ordinanza del Consiglio di Stato del giorno 11 marzo scorso, con cui circa 3000 docenti Diplomati magistrali hanno ottenuto l’inserimento con riserva nelle Graduatorie ad esaurimento, non trovava ancora piena attuazione. A distanza di più di tre mesi, l’Ordinanza continua a trovare una completa ostilità da parte di alcune Amministrazioni.

Difatti solo alcune amministrazioni provinciali hanno provveduto ad inserire i ricorrenti nelle GAE, come disposto dal Consiglio di Stato stesso, mentre nella maggior parte dei casi, oltre ad errori di attribuzione del punteggio, non si sa né come né quando tale inserimento avverrà, lasciando ancora disattesa la disposizione del Tribunale. Non sono state neanche considerate le numerose diffide indirizzate agli Uffici Scolastici Territoriali (UST) dal nostro studio Legale, come poco incisiva è stata la nota emanata dal MIUR il 20 maggio scorso, nella quale si dava disposizione agli Uffici Scolastici regionali affinché dessero corso agli inserimenti. Tuttavia nella nota stessa, che non ha definito né tempi né modalità omogenee di procedura, si anticipava l’emanazione di nuove disposizioni, di fatto mai arrivate.

Così, ad oggi, soltanto il Veneto ha provveduto a pubblicare una circolare per favorire nella regione gli inserimenti, dando anche indicazioni per uniformare la procedura in tutte le sedi provinciali, mentre nel resto del Paese succede tutto e il contrario di tutto, compresa la mancata attuazione degli inserimenti in molte province, a dispetto dell’Ordinanza, delle diffide e della nota MIUR del 20 maggio.

Solo a titolo di esempio riportiamo alcune delle situazioni più assurde: nella stessa regione, in Emilia Romagna, alcuni UST hanno convocato i ricorrenti per definire il punteggio corretto, ritenendo la domanda presentata lo scorso anno una formalità alla quale far seguire un’istanza ufficiale di inclusione, mentre in altri hanno considerato buona una domanda non completa dei servizi, nonostante il sistema telematico dell’amministrazione sia in grado di visualizzare la posizione di ciascun docente. In Toscana, invece, nonostante siano state prodotte domande complete, con tutti i titoli e il servizio, i ricorrenti si sono visti riconoscere solo gli ultimi tre anni, dal momento che, come sostengono gli addetti alle procedure di inclusione, il decreto di aggiornamento GAE 2014 prevedeva solo l’indicazione degli ultimi tre anni, non di tutto il servizio.

L’associazione Adida, a tutela dei suoi ricorrenti, ha favorito un clima disteso e collaborativo, nel rispetto dei tempi e delle difficoltà nelle quali si saranno trovate le amministrazioni territoriali, senza indicazioni centralizzate sulle modalità e sulle procedure da attuare per dare corso alle inclusioni in GAE, ma i tempi ci sono stati tutti affinché il MIUR e i suoi Uffici territoriali potessero provvedere nel giusto modo.

Non è pensabile, infatti, che il Ministero che normalmente definisce tempi e procedure uniformi per tutto il territorio nazionale in materia di aggiornamento di graduatorie e di reclutamento, lasci in questa circostanza, che ricordiamo riguarda almeno 3000 docenti, gli uffici territoriali in balia di decisioni arbitrarie ed estemporanee, dissimili da regione a regione. Tutto ha un limite e, considerando che siamo a ridosso dell’estate, non pensiamo sia possibile temporeggiare e attendere ancora.

Attraverso lo studio legale, è stata inoltrata ieri una diffida al MIUR e una nuova diffida con un ultimo termine, agli Uffici scolastici ed è pronta un’interrogazione parlamentare che sarà presentata la prossima settimana sia alla Camera che al Senato.

Trascorsi i sette giorni previsti nella diffida di ieri senza un riscontro e senza un’azione conseguente, i nostri ricorrenti si vedranno costretti a dare mandato per avviare denunce alla Procura della Repubblica per fronteggiare l’inottemperanza dell’Amministrazione. In questo Paese, ormai è conclamato, nulla si ottiene più nemmeno richiamando soltanto il diritto e la normativa. E’ arrivato il momento quindi di ricercare le responsabilità delle disfunzioni di questi mesi e di ottenere il giusto esito per i nostri ricorrenti percorrendo tutte le azioni possibili.