Categorie: Personale

La rabbia dei prof perdenti posto: la Schiforma Renzi ci ha sbattuti negli ambiti a fare curriculum

Cosa prova un docente di ruolo da trent’anni che perde la cattedra, scivola negli ambiti territoriali e deve produrre il curriculum al preside per essere accettato?

Sicuramente tanta rabbia. Lo testimoniano le lettere che periodicamente riceviamo dai nostri lettori, che nell’ultimo biennio hanno perso posto e sono incappati nella procedura introdotta dal comma 66 della Legge 107/2015.

Ecco l’ennesima testimonianza, di un docente quasi 60enne, nativo della Calabria, che insegna Storia dell’Arte a Roma.

“Finire trasferito negli ambiti: ecco cosa può capitare ad un docente con trent’anni di servizio. Doversi sottoporre alla dimostrazione tramite curriculum ai presidi. Orribile…non lo auguro a nessuno”.

Il prof, collocato d’ufficio questa estate nell’Ambito territoriale 5 della capitale, se la prende con “ministri, deputati, senatori, sostenitori della Schiforma della scuola”.

 

{loadposition carta-docente}

 

Non l’ha presa bene: “Sono veramente disperato. Non so cosa fare. Perché il destino mi riserva questo dispiacere: sono un modesto insegnante che ha fatto il suo lavoro onestamente per 30 anni dopo aver studiato una vita e continua a farlo, aggiornandomi e dare il meglio”.

Poi spiega il perché del suo malessere: “Provate a immaginare; dopo esserti laureato, aver acquisito l’abilitazione all’insegnamento, aver lavorato, veramente, a scuola per trent’anni, tredici di precariato, al Nord, al Sud, al Centro, aver autoprodotto libri di testo, didattiche controcorrente, successi formativi, ti dicono sei senza posto, sei trasferito nell’ambito e devi produrre un curriculum e competere con neolaureati e giovani docenti che non hanno mai insegnato in vita loro”.

Ma quello che più fa male è il pericolo, continua il docente, di finire “davanti a dirigenti che dovranno sceglierti o mandarti a casa, proponendoti dei progetti ‘fantasma’ o 18 ore di materia alternativa o 18 ore da tappabuchi”.

La conclusione, o meglio lo sfogo finale, è contro chi ha introdotto la procedura degli ambiti territoriali e la chiamata diretta: “Tutto questo grazie a Renzi e alla buona scuola. Grazie a tutti quelli che lo condividono e lo lodano”.

{loadposition facebook}

Alessandro Giuliani

Articoli recenti

Dirigente scolastica invita le famiglie non usare chat WhatsApp: “Dannose e non apportano benefici”

In un istituto di Prato, come in molte scuole italiane, è scattato il divieto di…

05/11/2024

Didattica e apprendimento, come imparare e insegnare gestire l’errore? Gli spunti per docenti

Comprendere il funzionamento del cervello umano è essenziale per insegnare a gestire gli errori. La…

05/11/2024

Patti educativi di comunità: obiettivi, differenze e come nasce un progetto

I Patti educativi di comunità sono accordi tra scuole, enti locali e realtà territoriali, volti…

05/11/2024

Educazione affettiva, solo un liceale su cinque in Giappone ha dato il primo bacio: dato più basso da cinquant’anni

Solamente il 22,8% dei ragazzi delle scuole superiori nel Paese del Sol Levante, il Giappone,…

05/11/2024