Il velo non c’entra nulla: dirlo è la sorella, più grande di due anni, della studentessa 14enne allontanata dalla famiglia dopo che la madre le ha rasato la testa.
Determinante è stato il ruolo assunto della scuola media bolognese frequentata dalla ragazza del Bangladesh: dopo aver appurato la contrarietà della giovane, i docenti e il capo d’istituto hanno avvisato i Carabinieri.
Il giorno dopo l’allontanamento della giovane, però, si apprende un’altra versione: “Forse, vista la situazione, vorrei tornarmene in Bangladesh. Chi è che vorrebbe stare qui, in queste condizioni…”, dice la sorella 16enne dalla ragazza allontanata dalla famiglia dalla Procura.
La 14enne, giovedì, era arrivata in aula con i capelli rasati, scrive l’Ansa ricostruendo i fatti. L’insegnante gliene aveva chiesto il motivo e lei si era sfogata, dicendo che la madre l’aveva punita perché si era rifiutata di indossare il velo.
Frasi riferite nella denuncia, insieme a pesanti insulti che la madre avrebbe rivolto alla figlia, interpretati come descrittivi di un contesto di pressioni psicologiche che ha portato la Procura per i Minorenni e i servizi sociali alla decisione, ieri, dopo che la notizia era uscita sul Resto del Carlino, di muoversi d’urgenza per salvaguardare la ragazzina, collocandola al di fuori della famiglia, in una struttura protetta. Il ricorso della Procura è stato fatto anche per le due sorelle maggiori, che però sono rimaste a casa coi genitori.
La coppia, un meccanico di 41 anni e una casalinga di 40, bengalesi da anni in Italia e residenti nel quartiere periferico di Borgo Panigale, dovranno difendersi dall’accusa di maltrattamenti. Ma intanto lo scenario raccontato dalla sorella maggiore ai giornalisti è non poco differente da quanto emerso in ambiente scolastico.
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“Non è stato per il velo che è stata rasata, ma perché si era tagliata i capelli da sola, da una parte corti e dall’altra lunghi e le sue amiche le avevano detto che non stava bene. Però non ha detto alla mamma: no, non mi rasare. Anche la mamma stava piangendo, perché anche lei era dispiaciuta di tagliarle i capelli”, ha detto la sedicenne.
Negando con fermezza che ci siano state costrizioni: “No. Non l’hanno punita. Ora non so neanche dove si trovi e neppure i miei genitori lo sanno. La mamma è a casa, il papà sta cercando qualche rimedio, prova a parlare con qualcuno”. Cos’è successo giovedì? “Mia sorella è andata a scuola, ha pianto e tutti i suoi amici l’hanno consolata”.
Ma il velo lo portava? “Lei lo portava e a scuola lo toglieva, poi se lo rimetteva. Forse è per questo che tutti hanno capito che era perché non voleva e la mamma la stava costringendo. Però non è vero. Anche io porto il velo, e lo metto a scelta mia e se voglio lo posso anche togliere, quando vado alle feste lo tolgo. Ora vorrei solo che tutto questo finisse, è insopportabile”.
Le indagini – sempre secondo l’Ansa – proseguono, senza novità particolari, ma diversi sono ancora i punti da chiarire e la vicenda continua a suscitare dibattito.
“Il comportamento della scuola è stato esemplare, si sono fatti carico tempestivamente e correttamente della vicenda, che è dolorosa”, sottolinea Stefano Versari, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna.
“Sto dalla parte delle ragazze e delle donne sempre. Ogni forma di sopraffazione va rifiutata sempre”, ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini.
“In Italia – ha aggiunto – c’è libertà religiosa ma questo non giustifica in alcun modo atti che vanno contro le donne e le ragazze”.
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