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La Rai, Valditara, “Il collegio” e le sexy worker

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Andrea Maggi è un insegnante di Lettere di Pordenone prestato al mondo dello spettacolo da quasi una decina d’anni. È il perno di un serial televisivo Rai autunnale dal titolo “Il Collegio”. Fa parte del consiglio di classe di quel Collegio, che ad ogni serie si cala in un contesto storico diverso. Da ultimo, il Collegio 7, erano gli anni ’50, vi ha partecipato come docente di applicazioni tecniche anche un collega friulano, Andrea Zilli, che non si sa se si affiancherà ancora al Maggi in una ottava serie.

È un serial che cerca audience in preadolescenti con i loro familiari. Ha successo, ma è di una rozzezza unica. Noi ne abbiamo seguito l’episodio del 2022 su suggerimento di colleghi che, al di là del volgare messaggio didattico, ne hanno colto le sfumature pruriginose, dietro un apparente intento educativo.

Infatti, nella finzione televisiva, un gruppo promiscuo di ragazzini dei giorni nostri si trova recluso in un istituto con regole monastiche, e con insegnanti rigidi e dai messaggi moraleggianti, come il Maggi, al limite pronti a scenate isteriche di fronte alle intemperanze e al livello di crassa ignoranza esibito dagli studenti.

Ovviamente, fra incidenti, peripezie, insulti, flirt clandestini, sospensioni, litigi e invidie nel gruppo, o contro i docenti, c’è sempre un lieto fine. Bisogna dimostrare che alla fine della giostra i ragazzi sono maturati. Se ne fa interprete un preside falsamente rigido, in realtà indulgente, paternalistico, e infine debole di fronte alla condotta provocatoria, che perdona sempre, intenerito dalle debolezze seduttive delle ragazzine.

E qui veniamo al punto dello scandalo sessuale del Collegio, che in settimana è diventato tormentone mediatico (centinaia di siti, Dagospia, Novella 2000, perfino le Iene). Una di queste attricette, Maria Sofia Federico, beniamina del Collegio 6, allora 16enne, ora a 18 anni appena compiuti, diventa sexy worker su Onlyfans (sito popolare di esibizionisti/e a pagamento, e perfino studiato da sociologi universitari di Padova), e finisce come pornostar alla corte di una Accademia del sesso di Rocco Siffredi. Scoppia lo scandalo, Maggi e la Rai vanno implicitamente sotto processo, con l’accusa di far da trampolino di lancio per potenziali adolescenti-pornostar, mentre la ragazzina, ora “adulta”, di nuovo si fa réclame, passando sotto i riflettori di mezza Italia.

Il Collegio ha raggiunto il suo scopo o no? Seguirà un altro tormentone? Con altre ragazzine che sfruttano la popolarità per i guardoni sul web (come pare accada puntualmente per le più sexy, in forme meno hard, dopo il serial)? Con questa appendice pruriginosa farà più audience o, perdendo la faccia per lo scandalo, sparirà d’incanto dagli schermi?

Certo, forse la Rai non avrà messo in conto queste “controfinalità”, a causa delle sue attricette ambiziose, cui la popolarità monta la testa, per mettersi in bella mostra. Ma che non se ne occupi a questo punto il Ministro della Scuola Valditara ci pare, come genitori e docenti, ancor più scandaloso. Non basta tutto ciò che circola in Rete, e ci si mette pure la Rai a dare in pasto ragazzine minorenni agli appetiti particolari del pubblico?

Livio Braida

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