No secco del M5S ai concorsi regionali e alle gabbie salariali: le selezioni per diventare docenti e gli stipendi devono rimanere uniformi su tutto il territorio nazionale. La forte presa di posizione, che cozza contro le iniziative della Lega, giunge direttamente da vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio.
“Non posso accettare – ha detto il grillino a Campobasso – che in Veneto si voglia fare un concorso per gli insegnanti che vale solo in Veneto con degli stipendi più alti per gli insegnanti del Veneto a scapito di tutti quanti gli insegnanti io ho promesso agli insegnanti italiani che quella legge sulla Buona Scuola l’avremmo abolita un po’ alla volta: vediamo”.
Di Maio crede che alla lunga, la Legge 107 del 2015 (che però non ha nulla a che vedere con la regionalizzazione, gli stipendi e il reclutamento su base locale) sarà cancellata: bisogna però fare “una cosa alla volta come ho fatto con il reddito”.
Il leader politico del Movimento 5 Stelle non è contrario in assoluto all’autonomia differenziata, ma cassa a priori il modello di regionalizzazione tanto caro all’alleato leghista.
“Possiamo non essere d’accordo sull’autonomia scritta così. Abbiate pazienza: posso essere d’accordo che Lombardia e Veneto debbano avere l’autonomia perché hanno votato con referendum, ma non per creare sanità serie A e sanità di Serie B o scuole di serie A e scuole di serie B”, ha concluso Di Maio.
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