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“La Resistenza è un’invenzione”, prof vicina alla pensione distribuisce volantini complottisti: i colleghi la segnalano

Una docente è finita nella bufera: si tratta di una professoressa di lettere prossima alla pensione di un liceo di Reggio Emilia che, secondo quanto riportato da La Repubblica e La Gazzetta di Reggio, avrebbe distribuito ai suoi studenti di classe quinta dei volantini dal sapore complottista e negazionista.

I volantini erano anche scritti in un italiano scorretto

In quei fogli, infatti, da una parte si attacca l’Agenda 2030, che non avrebbe come obiettivo lo sviluppo sostenibile secondo la docente, ma, ad esempio, le vaccinazioni forzate, il controllo delle risorse e il razionamento sull’acqua. La seconda parte del materiale distribuito riguarderebbe invece la Resistenza contro il fascismo, una “invenzione” secondo la prof.

Nel foglio, sopra una foto in bianco e nero con tre partigiane, si legge un testo, con allusioni alquanto volgari, infarcito anche di errori grammaticali. “La foto conferma una Resistenza nata dopo l’8 settembre del ’43, pagata dagli Alleati, inventata come questa foto”, ha scritto.

Il raggiungimento della parità di genere? “In realtà vogliono ottenere la distruzione della famiglia”. La riduzione delle diseguaglianze? “È il modo per ottenere l’omologazione totale”, questo si legge nero su bianco sui due fogli che ha consegnato alla classe.

Nelle ore successive alla scoperta di questo materiale i docenti del liceo hanno segnalato la vicenda al preside dell’istituto che sta valutando il da farsi. I fogli, una volta terminata la sua ora, sono infatti finiti nelle mani del docente di storia della classe, che ha chiesto spiegazioni ai ragazzi prendendo le distanze dai contenuti revisionisti diffusi dalla collega.

Cgil denuncia revisionismi e negazionismi

Il fatto ha scatenato un dibattito tra la Cgil e il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ecco il commento del sindacato: “Ogni giorno si verificano tentativi di riscrittura della storia da parte di una ben chiara parte politica, attualmente al Governo. Qualcuno sostiene che il fascismo non esista più ma la mentalità fascista, invece, appare evidentemente ancora ben radicata anche in ambiti impensabili come quelli rappresentati dalla scuola dove, apprendiamo da questo episodio, complice un clima favorevole, chi fino a poco tempo fa non avrebbe avuto l’ardire di professare revisionismi pseudofascisti oggi non ha più timore”.

“Che la storia divenga all’interno della scuola pubblica da serissima materia di insegnamento ad autostrada di revisionismi e negazionismi è inaccettabile, come inaccettabili ci appaiono le posizioni espresse dall’insegnante del Moro che ha fatto carta straccia dell’esistenza e del significato della Resistenza italiana e europea manipolando le fonti e stravolgendo i fatti – sottolineano Cgil e Flc – Inaccettabile anche lo stravolgimento ideologico dei temi e degli obiettivi dell’Agenda 2030, elaborata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2015. Perché stravolgere il significato di qualcosa non è esercizio del pensiero critico, in cui crediamo con forza, ma di nuovo revisionismo ideologico estraneo a fonti, fatti e studi”.

“Gli studenti con la loro incredulità e indignazione costituiscono uno spiraglio di resistenza che, ancora oggi, nelle nuove forme della nostra attualità sta a dimostrare che, come sostiene Massimo Baldacci, ‘la vera educazione non è neutrale, presuppone sempre la scelta di un orizzonte di valori’. Per salvare questa scuola, per non disperdere l’indignazione di questi studenti, auspichiamo e chiediamo che la dirigenza scolastica e il Provveditorato agli studi prendano una posizione chiara e assumano i conseguenti provvedimenti nei confronti di chi dovrebbe presiedere allo sviluppo intellettuale dei ragazzi e invece ha abusato del proprio ruolo educativo a favore di disvalori contrari ai principi sanciti dalla nostra Costituzione antifascista. La scuola pubblica deve promuovere lo sviluppo dello spirito critico, in un orizzonte di valori che non possono che essere democratici”.

Valditara: “Non abbiamo bisogno di inviti offensivi per intervenire”

Ed ecco la risposta del ministro: “Relativamente al caso del docente di Reggio Emilia che avrebbe definito la Resistenza una invenzione storica, non abbiamo bisogno degli inviti offensivi, strumentali e denigratori della Cgil per intervenire a difesa della verità storica e della Costituzione repubblicana”.

Redazione

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