Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti e della Federazione Gilda-Unams, e Alfredo Vitali, avvocato specializzato in diritto penale, scrivo a quattro mani un libro che, a nostro parare, ogni prof dovrebbe portare con sé, come i manuali scolastici per i suoi alunni, e tenere sul comodino e pure sulla cattedra.
Infatti, oltre alla considerazione intorno ai tempi così singolari che la scuola italiana sta vivendo, in bilico tra riformismo annunciato ma mai realizzato, promesse di riscatto sociale, scritte solo sulla scheda elettorale, c’è pure la permalosità molesta di genitori, opinione pubblica e giornali, per cui cautelarsi, in punta di diritto, appare una necessità.
Il punto qualificante del libro è già nel titolo: La responsabilità civile e penale degli insegnanti, EdiSES, e leggendolo (ma forse è meglio dire studiandolo) si possono risolvere le tante domande che per lo più, nei momenti particolari, vengono rivolti o al sindacato oppure agli avvocati: quali rischi corrono i docenti nello svolgimento della loro professione?
Perché comunque l’insegnante, per un motivo o per l’altro, di fronte a situazioni particolari è costretto a intervenire, normalmente con i mezzi disciplinari consentitigli dai regolamenti ed eccezionalmente anche in maniera diversa, ma col rischio, come è successo al prof francese, che poi si è suicidato, di beccarsi una denuncia e il vituperio di genitori esaltati.
Quando infatti molti osservatori della scuola premono affinché la legislazione sia oggetto di più attenzione da parte dei docenti, non dicono cose assai diverse da quanto il testo cerca di spiegare, visto che analizza sia le principali fonti normative, sia gli interventi legislativi in materia di responsabilità civile e penale.
Ma ci sono pure altri aspetti importanti nel libro di Di Meglio e Vitali, che riguardano la specificità della professione docente e la relativa funzione di educatore e vigilante.
Non bisogna infatti mai scordare ( e i giornali lo citano sempre quando qualche prof risulta indagato) che la responsabilità si assume nel momento in cui i genitori affidano i figli all’insegnante, il quale a loro si sostituisce in classe, per cui vengono affrontati le delicate questioni della posizione giuridica e della responsabilità in rapporto alle funzioni di docente.
Da qui pure la culpa in committendo e la culpa in vigilando, mentre si affacciano altri tipi di responsabilità, come i casi in cui gli alunni causano danni, non solo a se stessi o ad altri, ma anche sono oggetto di danno da parte di terzi, sia a scuola sia nei suoi pressi.
Ma c’è pure nel libro, al cap. 4, la sezione più delicata, quella delle responsabilità penali: dolo e colpa. E la faccenda si fa seria, visto che si parla della vita delle persone, dell’incolumità, e poi la personalità, l’onore, la libertà morale e la libertà individuale, compresa le percosse, l’omissione di soccorso, maltrattamenti, minacce e tutto ciò che, in altre parole, accade nella società di cui la scuola è, in ogni caso, lo specchio fedele.
E se il bullismo ormai è diventato argomento comune di dibattito e di interesse giornalistico, l’ultima parte è dedicato a questo fenomeno di cui si trattano proprio i profili penalmente rilevanti.
Un testo dunque che ci permettiamo di consigliare, sia perché si consulta come un manuale, grazie a un indice molto intuitivo, sia per il costo assai basso e sia per la sua maneggevolezza da tascabile.
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