Le prime date sono il 7 e 8 novembre quando la Rete della conoscenza irromperà nelle scuole, università, nelle case dello studente e nei quartieri con blitz e assemblee straordinarie, perché crede che sia necessario discutere delle vere emergenze sociali e democratiche del Paese, riappropriandosi di quei luoghi per dare un segnale di speranza e di riscatto. La Rete della conoscenza non si è arresa all’austerità e vuole che a partire dalle prossime settimane si inneschino meccanismi di partecipazione espansivi e capaci di rimettere al centro i bisogni, le aspirazioni e i diritti dei cittadini. Altra data, forse la più importante è il 15 Novembre quando la Rete della conoscenza riempirà le piazze e le strade di tutto il Paese, perché ritiene che non ci sia più tempo per aspettare. A tal proposito la stessa Rete della conoscenza in un suo comunicato stampa afferma: “Dovrete rispondere all’ultimatum di una generazione che continuamente è costretta ad abbandonare gli studi, a scappare dall’Italia, dovrete rendere conto non alla Commissione Europea ma a una popolazione stanca di subire la vostra gestione autoritaria. Il 15 novembre vogliamo costruire una data ampia e partecipata di mobilitazione territoriale, per dettare dal basso le nostre priorità politiche: 1) Democrazia: non vogliamo più leggi di stabilità decise dalla Troika e senza forme di consultazione; 2) Istruzione: rifinanziamento dell’istruzione e del diritto allo studio, ridando i soldi tagliati dal 2008 in poi e riducendo le spese militari; 3) Lavoro e Precarietà: sblocco del turno over per ridare qualità a scuole e università e un futuro lavorativo alle giovani generazioni e introduzione di forme di reddito e di strumenti che garantiscano l’autonomia sociale degli individui”.
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