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La Rete delle scuole ristrette fa “centro”, il DAP pubblica il Programma per l’esecuzione penale

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La Rete delle scuole ristrette, dopo tre importanti seminari svolti in quest’anno scolastico, nell’ambito del Salone Internazionale del Libro di Torino (a ottobre e a maggio) e del Festival dei Due Mondi di Spoleto (a luglio), mette a segno un importante risultato perseguito in dieci anni di intensa attività all’interno delle carceri.

Nella rassegna “Dieci anni con lo sguardo di dentro”, che si concluderà a novembre a Rebibbia, la Rete ha voluto, infatti, fare il punto della situazione sull’istruzione e sui percorsi culturali nell’esecuzione penale a dieci anni dalla sua fondazione e dal DPR 263/12 istitutivo della Nuova Istruzione adulti, coinvolgendo nel proprio percorso tutti i livelli istituzionali interessati, il personale docente e i dirigenti scolastici dei percorsi di istruzione nelle carceri (dall’alfabetizzazione all’università), il personale educativo, il personale penitenziario e i detenuti, studenti e corsisti (ancora in carcere o finalmente liberi), presenti ai seminari grazie ai permessi della magistratura di sorveglianza che in questi anni ha seguito con attenzione e interesse i percorsi svolti in esecuzione penale.

Negli incontri avuti in preparazione dei seminari e durante i lavori seminariali molti sono stati gli interlocutori istituzionali che hanno condiviso, ragionato e approfondito in senso critico i numerosi temi posti: la giustizia e l’esecuzione penale; il modello riabilitativo e la risocializzazione; l’importanza dei percorsi di istruzione e dei èercorsi culturali nell’esecuzione penale; la necessità che anche i percorsi universitari in carcere abbiamo un “organico dedicato”; il ruolo della magistratura (di sorveglianza e non); i diritti previsti dalle norme e il dovere di attuare tali diritti; la sorveglianza dinamica e non il semplice controllo del detenuto; gli spazi detentivi e la loro revisione; il problema organizzativo e il corretto utilizzo delle risorse affinché l’azione di sistema, mediante concreti atti finanziari e attraverso istruzione, cultura e pratiche laboratoriali, migliorino le attività trattamentali.

In tale direzione si è distinto l’intervento dei dirigenti della Cassa delle Ammende (Ente del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: Presidente Gherardo Colombo, Segretaria Generale Sonia Specchia), presenti ai seminari e personalmente coinvolti nella realizzazione di un programma innovativo in ambito penitenziario e così, grazie all’azione propositiva della dottoressa Sonia Specchia, che ha da sempre creduto nella Rete, si è raggiunto, oggi, un importante punto per la realizzazione di quel diritto di accesso della popolazione detenuta al patrimonio culturale della comunità al quale in questi anni il CESP e la Rete si sono sempre richiamati, grazie alla Circolare (m_dg.DAP.27/07/22.089201.U) emanata il 27 luglio scorso.

Nella Circolare, infatti, si dà avvio al Programma nazionale di innovazione sociale dei servizi di esecuzione penale: legalità, cultura, sviluppo e coesione sociale dando mandato agli istituti penitenziari di accogliere e favorire la realizzazione di: Biblioteche innovative (progetto presentato dal CESP e dalla Rete in partenariato con l’Università Roma Tre  e in corso di svolgimento da sei anni a Rebibbia Nuovo Complesso), collegate in rete con le altre biblioteche del territorio, delle Scuole e delle Università degli Studi, strutturate in modo da diventare dei veri e propri poli culturali, oltre che di sviluppo di nuove professionalità; di Laboratori innovativi per la formazione professionale e per le attività lavorative e ricreative (nei diversi settori: sostenibilità ambientale, information & communication technology, etc.); per lo sviluppo delle Attività teatrali e delle Arti e dei mestieri, delle Attività sportive e delle professionalità correlate allo sport.

La Rete, che in questi anni ha conosciuto avanzamenti e repentini arretramenti in ambito penitenziario, è già al lavoro e dopo essersi riunita online subito dopo l’emissione della Circolare, in collaborazione con istituti penitenziari e istituti scolastici, aree educative e detenuti corsisti, sta presentando in oltre cinquanta istituti penitenziari (altri se ne aggiungeranno via via) le tre macroprogettualità elaborate insieme in questi anni che hanno suscitato interesse nell’amministrazione: Biblioteche innovative in carcere (partner CESP e l’Università degli Studi Roma Tre); Cibo, Cultura & Biodiversità (partner CESP e Slow Food); Arti e mestieri, del teatro e non (partner CESP e associazioni di volontariato).

Nel seminario che si svolgerà a novembre a Rebibbia, quale tappa conclusiva della rassegna “Dieci anni con lo sguardo di dentro”, la Rete verificherà lo stato  dell’arte dell’accoglimento delle linee di indirizzo del Programma nazionale di innovazione sociale dei servizi di esecuzione penale: legalità, cultura, sviluppo e coesione sociale e potrà capire quali sono oggi gli istituti di pena che realmente operano per la realizzazione di un cambio di passo nell’esecuzione penale, senza più ritardi e ostacoli (o no), visti i fondi messi a disposizione e le norme di supporto.

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