Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, un rapporto realizzato dall’organizzazione, dal titolo “Grandi disuguaglianze crescono”, evidenzia che l’esplosione della disuguaglianza frena la lotta alla povertà in un mondo dove oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno, e uno su nove non ha nemmeno abbastanza da mangiare. Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International, chiederà un’azione urgente per arginare la disuguaglianza, puntando sul contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali e sulla spinta verso l’adozione di un trattato globale di lotta ai cambiamenti climatici.
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Secondo il documento di Oxfam, l’1% della popolazione ha visto la propria quota di ricchezza mondiale crescere dal 44% del 2009 al 48% del 2014, e a questo ritmo si supererà il 50% nel 2016. Gli esponenti di questa élite avevano una media di 2,7 milioni di dollari pro capite nel 2014. Del rimanente 52% della ricchezza globale, quasi tutto era posseduto da un altro quinto della popolazione mondiale più agiata, mentre il residuale 5,5% rimaneva disponibile per l’80% del resto del mondo: vale a dire 3,851 dollari a testa, 700 volte meno della media detenuta dal ricchissimo 1%.
“Se il quadro rimane quello attuale – afferma Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia – anche le élite ne pagheranno le conseguenze, perché non affrontare il problema della disuguaglianza riporterà la lotta alla povertà indietro di decenni. I più poveri sono poi colpiti due volte: perché hanno accesso a una fetta più piccola della torta e perché in assoluto ci sarà sempre meno torta da spartirsi, visto che la disuguaglianza estrema impedisce la crescita”.