“Se Matteo Renzi fosse andato davvero il mercoledì nelle scuole italiane avrebbe capito in tempo perché il Paese è contro di lui”. Così inizia un articolo del Fatto Quotidiano. La scuola sembrava davvero al centro dell’agenda del governo, ma alla fine la “Buona Scuola” si è ridotta “a un modesto aumento delle assunzioni del personale precario e senza rispondere al ginepraio delle graduatorie dei docenti”. Risultato? Penalizzare genitori e alunni e scontentare i docenti.
Per riformare la scuola bisogna poggiare su due basi: recuperare le risorse necessarie per investire e ascoltare il personale della scuola – scrive ancora il quotidiano diretto da Marco Travaglio.
Garantire un percorso certo e verificabile e misurabile di selezione del personale. Ridurre drasticamente il numero di alunni per classe. Insegnare a 29 ragazzini è semplicemente impossibile. Migliorare la didattica con creazione di piccoli gruppi in classe, la valorizzazione delle differenze senza creare problemi alle disabilità.
E poi le strutture: in una scuola degna di questo nome bisognerebbe studiare anche nel pomeriggio, utilizzare il web in modo responsabile, fare musica e scoprire libri.
“Sembra un sogno, in realtà è un programma di governo”, conclude il “Fatto Quotidiano”.
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