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La ricetta francese contro la dispersione

Anche in Francia però si respirerebbe quell’aria classista che contraddistingue la scuola italiana. Il Corriere della Sera riporta quanto sostiene il grande linguista Alain Bentolila secondo il quale dopo la Seconda guerra mondiale la scuola aprì a tutti la sua impostazione ottocentesca, senza cambiare una struttura nata e pensata solo per i figli, già mediamente istruiti, della classe dirigente.
Tale constatazione ha indotto il governo e i professori, scrive sempre Il Corriere, a portare avanti un’importante lotta contro l’abbandono scolastico, come quella dell’associazione Transapi che si rivolge a tutti i ragazzi con più di 16 anni che hanno lasciato la scuola o che sono tentati dal farlo, o comunque dissentono dai canoni tradizionali del sistema educativo francese. 
Molti giovani infatti vogliono ancora imparare, ma in modo diverso. “Quando proponi loro di guardare un corso in formato video, gli si illuminano gli occhi, amano il lato ludico dell’apprendimento”, dicono gli esperti.
E così è nata “TransiMooc”, che cerca di applicare al recupero scolastico la formazione a distanza mediante l’uso delle nuove tecnologie.
Con l’aiuto dei docenti i ragazzi sono chiamati a “passare dall’altra parte”, e a realizzare dei corsi a vantaggio di altri allievi.
 Con la sponsorizzazione dell’operatore telefonico Orange (che fornisce gli strumenti digitali), i giovani organizzano e filmano il corso, si occupano delle riprese, della pista audio e della pubblicazione online.
“Poi c’è la matematica insegnata attraverso la musica, i punti cardinali e la geografia studiati nel vuoto appesi a una corda (per i più temerari), la statistica e le scienze attraverso gli sketch di un umorista e il teatro”
“Passata la sbornia ideologicamente alternativa degli anni Settanta e pure la reazione un po’ troppo tradizionalista che ne è seguita, si cerca semplicemente di percorrere ogni strada pur di non abbandonare i ragazzi al fallimento”.

Pasquale Almirante

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