La ricreazione fa parte della lezione? Certamente. Allora non si possono fare benedizioni in quell’arco di tempo.
Significherebbe disattendere la sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata lo scorso 27 marzo, che ha ribadito come ricreazione faccia pienamente parte dell’orario didattico e che quindi eventuali benedizioni religiose debbono essere svolte in orario necessariamente extra-didattico. Quindi, fuori dalle lezioni e facoltative.
Ribaltando, in questo modo, la decisione del Tar Emilia-Romagna che aveva annullato la delibera con cui il consiglio di istituto di Bologna le aveva autorizzate.
L’espressione di giudici sembrava chiara. Invece, a pochi giorni di distanza da quel pronunciamento così netto, ecco che arriva la notizia della benedizione pasquale che sarebbe in programma in un istituto di Perugia in orario scolastico. D’altronde, è risaputo che la ricreazione è una concessione che i docenti possono far venire meno in qualsiasi momento che ritengano opportuno.
Immediate sono pervenute le proteste pubbliche dei Psp-Partigiani della Scuola Pubblica e del Comitato Scuola e Costituzione che a Bologna avevano già sollevato la polemica, finita anche sul New York Times, contro la delibera del consiglio d’istituto della scuola comprensivo 20 (due scuole primarie e una media inferiore), che dopo la richiesta dei parroci delle chiese della zona, aveva autorizzato nel 2015 la benedizione, seppur in orario extrascolastico e con i bambini accompagnati dai genitori.
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Ora, Psp e il Comitato riferiscono che “il genitore di un alunno del liceo Galileo Galilei di Perugia ci segnala una circolare della Dirigente scolastica nella quale si informano i docenti, gli alunni e il personale ATA che mercoledì prossimo il Vescovo ausiliare impartirà la benedizione pasquale nel piazzale della scuola, durante la seconda ricreazione della mattinata, a tutti coloro che saranno interessati”.
“Chiediamo alla Dirigente Scolastica del Liceo, al Presidente del Consiglio d’ Istituto, al Direttore Scolastico Regionale e alla Ministra Fedeli di attivarsi per la immediata sospensione di questa circolare che è lesiva del principio della libertà di religione visto che costringerebbe gli studenti a manifestare pubblicamente la loro adesione o meno a un credo, per di più in orario scolastico”.
“Tale iniziativa è una forzatura inaccettabile – concludono – nella Scuola laica della Costituzione, nella Scuola di tutti e per tutti, nella Scuola che unisce la popolazione scolastica su valori comuni. La Scuola pubblica pluralista deve essere esclusivamente luogo del sapere, della formazione, dell’inclusione, non luogo di diffusione di idee religiose o filosofiche di parte, che hanno i loro luoghi deputati allo scopo”.
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