E noi aggiungiamo, dopo la dichiarazione della capogruppo, sulla pelle dei lavoratori: esodati e “Quota 96”, considerando pure che le pensioni cosiddette d’oro sono rimaste tali e quali, dopo la sentenza della suprema Corte.
“I 25 miliardi di avanzo cumulati in questi ultimi quattro anni, come affermato oggi dal presidente Mastrapasqua, confermano che il sistema era in equilibrio e che la riforma Fornero è servita solo ed esclusivamente a copertura del debito. Il presidente dell’Inps ha comunque riconosciuto che esiste la reale necessità di correggere quella riforma”.
Non è detto però come verrebbe corretta, né con quali fondi, visto che tutto il dibattito attorno al personale della scuola, imbrigliato proprio dalla riforma Fornero, si sta consumando, speriamo fruttuosamente per i “Quota 96”, sul reperimento della copertura finanziaria e sul numero complessivo di questa platea di cui, come è stato con gli esodati degli altri comparti, non si riesce a venire a capo del numero esatto.
Ma il presidente Inps ha detto pure che nel 2012, "per i trattamenti di disoccupazione, l’Inps ha erogato 13,7 miliardi di euro nei confronti di circa 1,4 milioni di soggetti, di cui fanno parte anche i precari della scuola che influenzano il normale trend di entrate e uscite dallo stato di disoccupazione, soprattutto nel periodo estivo".
Oltre dunque al personale di "Quota 96", anche i precari della scuola concorrono a influenzare in modo "anormale" il trend delle entrate, per cui sembra proprio che a "squilibrare" l’equilibrio del bilancio sia l’istruzione e in modo particolare i supplenti che, restando disoccupati, chiedono il sussidio di disoccupazione.
E perchè allora, invece di affidare all’Inps questo carico, non se ne carica il Miur e il Tesoro, pagando a questo personale, chiamato dalle scuole per tappare i buchi, i giusti periodi di chiusura estiva, come prima avveniva?
A parte questa precisazione, la capogruppo Pd in Commissione lavoro ha proseguito dicendo: “Condividiamo pienamente la proposta sottoscritto anche dal ministro Giovannini, di fare un lavoro serio di educazione previdenziale nelle scuole e di ricreare fiducia nei giovani rispetto al loro futuro e alle pensioni. La prima cosa per creare fiducia, come detto dal presidente Letta, è intervenire sulla manovra Fornero onorando l’impegno preso per rispettare i patti sottoscritti dai cosiddetti esodati. Per il futuro bisognerà intervenire sui coefficienti di calcolo per la pensione contributiva, altrimenti le persone non potranno avere la garanzia di una pensione con cui poter vivere”.
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