La riforma non premia il merito ma punisce il demerito

A proposito di riforma della scuola. Il merito non c’entra nulla con la protesta degli insegnanti che sta montando in queste ore. Ben venga il merito, ben venga la valutazione dei docenti. Fatta dai presidi, fatta dai bidelli, fatta dagli alunni, fatta dai genitori, fatta dagli ispettori, fatta da chi vi pare e come vi pare.

Il punto è che il merito deve “aggiungersi” agli scatti di anzianità e non sostituirsi ad essi. Altrimenti che merito è, se il docente meritevole sarà pagato quanto ora (se di non meno).

In realtà la riforma non premierà il merito, ma punirà il demerito. I meritevoli continueranno a riscuotere più o meno lo stipendio che percepiscono oggi, gli immondi immeritevoli resteranno sempre con lo stipendio iniziale.

E il capolavoro di questo giochino politico è che la protesta degli insegnanti viene venduta come “ecco, lo vedete, i docenti sono corporativi, non vogliono essere valutati”.

Si vive di apparenza e di finzioni purtroppo.

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