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La riforma parte?

Inizierà venerdì nella prossima seduta del Consiglio dei Ministri il complesso iter per l’approvazione dei primi decreti applicati della legge di riforma.
La notizia non è ancora ufficiale ma non viene neppure smentita dagli uffici del Miur.
In pratica il Governo è pronto ad approvare il decreto sulla scuola primaria che consentirà di iscrivere i bambini di 2 anni e mezzo nella scuola dell’infanzia e di introdurre la figura dell’insegnante tutor nella primaria.
C’è molta attesa anche per la questione del monte ore nella scuola primaria (la ex elementare): molti temono che il decreto "spazzi" via il tempo pieno e faccia tornare indietro di trent’anni la scuola di base.
Con lo stesso decreto verranno formalmente recepite le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo grado.
Analogamente accadrà per il "Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione".
Ma, in questo fine settimana, gli occhi del mondo politico e sindacale saranno puntati soprattutto sul decreto con cui verrà fissata l’entità delle risorse finanziarie stanziate dal Governo per rendere possibile la riforma.
Stando alle ultime indiscrezioni fra il ministro Moratti e il ministro Tremonti il clima si è rasserenato e sembra che il pur rigoroso Ministero dell’Economia si sia deciso ad allentare i cordoni della borsa. Quindi non dovrebbero esserci più ostacoli: in questo momento è difficile dare una notizia precisa, ma è probabile che la somma disponibile sia molto vicina a quei 16mila miliardi di lire di cui si parlava tempo addietro; ovviamente diluita nell’arco di 5 anni, praticamente un milione e mezzo di euro all’anno o poco più.
Per farne cosa è presto detto, dal momento che le voci di spesa sono rigorosamente previste dall’art. 1 della legge delega:

• valorizzazione dell’autonomia delle scuole
• Servizio nazionale di valutazione del sistema scolastico
• sviluppo delle tecnologie multimediali
• sviluppo dell’attività motoria
• valorizzazione professionale del personale docente e Ata
• iniziative di formazione iniziale e continua del personale
• rimborso delle spese di autoaggiornamento sostenute dai docenti
• interventi di orientamento contro la dispersione scolastica
• sviluppo dell’istruzione e formazione tecnica superiore
• iniziative per l’educazione degli adulti
• interventi di edilizia scolastica.

E’ probabile che nella stessa seduta del Consiglio dei Ministri del 12 settembre venga esaminato e varato il decreto per l’immissione in ruolo dei precari.
In concomitanza dell’avvio dell’anno scolastico potremmo iniziare ad intravedere qualche soluzione nel groviglio di problemi creatosi in questi ultimi mesi.

Reginaldo Palermo

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