Maggio di lotta, la riforma Moratti si abbatte, non si cambia: è questo lo slogan che lancia oggi il presidente di Proteo, associazione professionale strettamente legata a Cgilscuola.
La sortita fa pensare ad un ulteriore inasprimento dello scontro fra il sindacato di Enrico Panini e il ministro Moratti ed il tono decisamente "movimentista" dello slogan sembra quasi una "strizzata" d’occhio alle frange più intransigenti del movimento anti-riforma.
"In questa lotta di resistenza, annuncia il presidente di Proteo Omer Bonezzi, l’obiettivo strategico rimane l’abolizione della legge Moratti; ma sono quanto mai importanti anche tattica e alleanze, e quindi è certamente giusto utilizzare anche lo strumento più classico di lotta sindacale".
Il senso sembra essere: il "movimento" vuole l’abolizione della legge 53, obiettivo perseguibile solo a patto di mettere insieme un vasto schieramento politico; per intanto usiamo anche gli strumenti più "tattici" tipici della lotta sindacale.
Cosa concretamente questo significhi è, al momento, difficile a dirsi.
Il "maggio di lotta" dovrebbe passare attraverso alcune giornate-simbolo: il 16 maggio ci sarà la "marcia verso Barbiana" nata per ricordare l’opera di Don Lorenzo Milani ma diventata quest’anno, per lo schieramento anti-Moratti, anche una occasione per "contarsi" e per schierarsi apertamente contro la riforma. Ci sarà forse una nuova manifestazione nazionale a Roma nella prima metà del mese e poi, ma questo è certo, il 21 maggio lo sciopero di tutto il pubblico impiego che vede messi in forse i rinnovi contrattuali.
Colpisce, nello slogan di Proteo, il richiamo a parole d’ordine tipiche dei difficili anni Settanta (come non riandare a:"lo Stato si abbatte non si cambia" che fu per molto tempo lo slogan delle frange più estreme del "movimento" di quegli anni?)
D’altronde la nota di Bonezzi si chiude con un accenno ai partigiani, quasi a voler dire che, ormai, il movimento antiriforma si considera in piena guerra di resistenza.
Quale scenario potrebbe aprirsi nelle prossime settimane? E’ difficile dirlo, ma non è da escludere che si possa verificare una vera e propria "saldatura" fra le posizioni più rigide interne al sindacato e le posizioni quasi anti-istituzionali di una parte del sindacalismo di base (CUB e Cobas soprattutto): se dovesse accadere questo, le ultime settimane dell’anno scolastico potrebbero essere davvero infuocate.
E c’è qualcuno che lascia intendere che, se potesse servire a fermare la riforma, si potrebbe ritornare anche a forme dure di lotta sindacale, come blocco degli scrutini e degli esami.