La scuola italiana sta vivendo una vera e propria rinascita. Da quando, infatti, Giuseppe Valditara è Ministro dell’Istruzione e del Merito, il mondo dell’istruzione è uscito da uno stato di immobilismo per rispondere in modo adeguato alle varie esigenze degli studenti, dei docenti e di una società complessa, qual è quella in cui viviamo.
Certo, le critiche provenienti da alcuni politici non mancano, ma essendo poco argomentate sono facilmente smontabili con fatti e con dati alla mano.
Alcuni, ad esempio, accusano questo governo di sottopagare i docenti, senza tener conto che nell’arco di soli due anni il ministro Valditara è riuscito a chiudere due importanti contratti (per ben 11 anni gli stipendi dei lavoratori della scuola non sono stati mai aumentati).
Vorrei ricordare, ancora, che Il Ministro Valditara:
– ha ridato dignità all’istruzione tecnica e professionale, attraverso una riforma che ha messo la scuola al passo con i tempi, allineandola al settore produttivo italiano (settore riconosciuto in tutto il mondo per qualità, creatività e originalità),
– ha previsto il potenziamento dell’italiano per gli studenti stranieri,
– ha vietato l’uso del cellulare in classe fino alla scuola media,
– ha dato vita alla riforma del voto di condotta,
– ha emanato le nuove linee guida sull’insegnamento di educazione civica,
– ha attivato controlli e ispezioni in quei diplomifici che per anni hanno rilasciato titoli senza attenersi alle disposizioni ministeriali,
– …
Per capire fino in fondo il suo interesse per il mondo della scuola, non posso non fare riferimento anche all’ultima proposta che, se dovesse andare in porto, migliorerebbe notevolmente la vita dei suoi lavoratori, nella convinzione che lo Stato deve garantire il benessere: un’assicurazione sanitaria privata che con soli 4 euro mensili coprirebbe spese mediche fino a 6.000 euro.
Considerata la validità di tale proposta, mi piacerebbe sapere per quale motivo alcuni sindacati si oppongano, soprattutto in un momento in cui le spese mediche sono in continuo aumento ed i tempi di attesa per le visite in regime di convenzione sono sempre più lunghi. Questo significa non volere il bene dei singoli cittadini e della comunità.
Luciano De Giorgio