Dunque la scuola digitale, quella del 2.0 viene promossa a pieni voti, in particolare entusiasmante per dei docenti sarebbe l’introduzione del tablet, “uno strumento semplice, intuitivo e ricco di funzioni che aiutano e migliorano notevolmente l’apprendimento in classe e a casa”. Ma non solo; a sentire i racconti di alcuni professori milanesi, che adottano le nuove tecnologie, sembrerebbe che il tablet sia utile agli studenti ma ancor di più ai docenti. secondo questa tesi i professori che avrebbero preso sul serio questa novità, pur con tutte le difficoltà iniziali, ne hanno tratto indubbi benefici per il proprio lavoro.
Non è vero, sostengono costoro, che gli insegnati non sono capaci di confrontarsi con la tecnologia e si affannano dietro ai loro studenti. I ragazzi sanno usare Facebook e YouTube ma spesso incontrano delle difficoltà a ricercare informazioni su Internet nel modo corretto. L’uso del tablet in classe, secondo questi insegnanti, consente ai ragazzi di non essere più soggetti passivi durante le lezioni, ma d’interagire con l’insegnante attivamente.
L’aspetto fondamentale sarebbe però sempre legato all’entusiasmo che il docente sa elargire alla classe, al suoi essere in grado di interessare, appassionare e di coinvolgere i ragazzi, che si trovano tra le mani una vera rivoluzione.
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