Cosa c’entra la sfortuna o la fortuna con il risultare soprannumerario in una scuola e di conseguenza perdere il posto, piuttosto che conservare la propria titolarità? Bisogna dire che la sfortuna o la fortuna in questi casi c’entrano eccome! Infatti trovarsi in soprannumero in una data classe di concorso, magari con un considerevole punteggio, potrebbe essere anche una questione di sfortuna legata a situazioni di organici e di norme contrattuali sulla mobilità; allo stesso modo si può considerare fortunato chi, pur con un punteggio non rilevante, mantiene la propria titolarità.
Facciamo un’ipotesi concreta per comprendere quanto su scritto.
Se ad esempio un docente della classe di concorso A051 (Italiano e latino), titolare in un liceo scientifico e con 120 punti nelle graduatorie interne d’Istituto per l’individuazione dei docenti soprannumerari, si dovesse trovare perdente posto a causa di una evidente contrazione oraria nell’organico di diritto e di un calo delle iscrizioni della propria scuola di titolarità, è da considerarsi sfortunato, mentre in un altro liceo scientifico della stessa città, dove non si registra alcun diminuzione delle cattedre nell’organico di diritto, un’altra docente titolare nella stessa classe di concorso ma con appena 80 punti nelle graduatorie interne d’Istituto, non perde la sua titolarità. Quindi due docenti titolari nello stesso Comune e appartenenti alla stessa classe di concorso, potrebbero perdere o mantenere la titolarità a prescindere dal loro punteggio, ma a causa di situazioni legate a variabili aleatorie che non sono certamente ponderabili.
Quindi in alcuni casi, come quello appena descritto, si può dire che perdere il posto è una questione di sfortuna o mantenere la titolarità è invece un caso di fortuna. In buona sostanza possiamo affermare che l’andare in soprannumero o evitare questa condizione è legato alla ruota della fortuna, che ci ha destinati nella scuola dove gli organici si mantengono piuttosto che in quella dove si determina una contrazione oraria. Come si potrebbe ovviare a questa che è considerata da tanti insegnanti un’evidente anomalia? La risposta è semplice: bisognerebbe passare ad un organico funzionale di rete di scuole o nel caso in cui è possibile di Comune. Se così fosse, non sarebbero più le scuole singole a fare l’organico delle cattedre, ma si adotterebbe, secondo le esigenze delle reti di scuole, un organico funzionale all’intera rete. Quindi in un organico di questo tipo, i docenti che saranno individuati soprannumerari, non saranno individuati più da semplici graduatorie d’istituto, ma bensì da graduatorie di rete. Per capire come potrebbe funzionare, faccio un esempio: immaginiamo che in un dato comune ci siano un Liceo Scientifico, un Liceo Classico e un Liceo delle Scienze umane, tra queste scuole verrà creata una rete scolastica.
Poiché molte classi di concorso sono comuni in queste scuole, verrà stilata un’unica graduatoria di rete da cui individuare il perdente posto. Il perdente posto sarà colui che non troverà più cattedra o residui di ore nella rete di appartenenza. In questo modo non potrebbe accadere che, come nell’esempio fatto dei due docenti di A051 (Italiano e latino) titolari in due licei scientifici della stessa città, a perdere il posto possa essere quello con il punteggio maggiore. I sindacati scuola più rappresentativi sono pienamente d’accordo nel considerare l’opportunità di sostenere organici di rete, nel modello sopra esposto, chissà cosa ne pensa il ministro Giannini, che con i sindacati non si è ancora degnato di parlare.