Il Centre for World University Rankings (Cwur) – l’organizzazione che monitora le performance delle università dagli Emirati – ha stilato la classifica annuale delle prime 1000 università internazionali su oltre 18.000 scrutinate. E tra queste 45 sono italiane.
Tuttavia Harvard, Stanford e Mit di Boston sono le tre università americane in cima alla classifica mondiale, mentre al primo posto degli atenei italiani c’è la Sapienza di Roma (67° mondiale), seguita dall’Università di Milano (ma al 148° posto nel mondo) e Padova (150° nel mondo).
La classifica è basata su sette indicatori: la qualità della formazione (rappresentata dal numero di alumni – rapportato alla dimensione dell’università – che hanno vinto importanti premi internazionali); il tasso di occupazione degli ex studenti (valutato sul numero di alumni che ha ricoperto posizioni di Ceo nelle migliori aziende del mondo); la qualità della docenza (misurata sul numero di accademici che hanno vinto premi internazionali); la produzione scientifica (Research Output), misurato dalle pubblicazioni complessive (numero di articoli di ricerca); la qualità della ricerca, (numero di articoli di ricerca apparsi su riviste prestigiose); l’influenza (numero di articoli di ricerca apparsi su riviste influenti); il numero di citazioni sulle riviste. E come detto il ranking tra le prime dieci colloca la Sapienza al primo posto fra le università italiane e al 67° posto nel mondo, in crescita di 17 posizioni rispetto allo scorso anno. Seguita da Milano (seconda e 148 nel mondo), Padova (terza e 150 nel mondo) e poi Firenze (quarta in Italia e 185 nel mondo), Bologna (quinta e 201 nel mondo), Torino (sesta e 208 nel mondo), Napoli Federico II (settima, 247 nel mondo), Tor Vergata di Roma (ottava e 283 nel mondo), Pisa (nona e 285 nel mondo) e Perugia (decima e 314 nel mondo).
I punti di forza della Sapienza sono la qualità della docenza, calcolata in base al numero di docenti che hanno vinto riconoscimenti di prestigio internazionale (indicatore che pone l’ateneo al 34° posto al mondo), la produzione scientifica, misurata dal numero di articoli scientifici pubblicati (61° posizione al mondo) e l’impatto della ricerca in termini di numero di citazioni ottenute (71° posizione, in miglioramento di 34 posizioni, l’anno scorso era 105°).
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