Aveva 88 anni Giuseppe Galasso (era nato a Napoli il 19 novembre 1929) lo storico morto lunedì 12 febbraio, nella sua casa di Pozzuoli. Lo ricordiamo perché oltre ad essere stato docente nelle università di Salerno, Cagliari e Napoli, era apprezzato autore di numerosi saggi sulla storia dell’Italia meridionale, e non solo del Regno di Napoli, a cui aveva dedicato un’opera fondamentale in più volumi, edita da Utet, ma anche sul Risorgimento, compresa una Storia d’Europa per Laterza.
Ordinario di storia medievale e moderna all’Università Federico II e preside della facoltà di Lettere e filosofia, fu anche presidente della Società napoletana di storia patria, presidente della Biennale di Venezia e presidente della Società Europea di Cultura. Dal 1977 era socio dell’Accademia dei Lincei.
Da meridionalista si era interessato degli studi filosofici di Benedetto Croce e aveva partecipato a diverse riviste culturali, alterando a questa attività anche quella di editorialista per i principali giornali italiani come Il Corriere della Sera, La Stampa e Il Mattino di Napoli.
Tra il 1970 e il 1993 fu consigliere comunale a Napoli per il Partito Repubblicano di Ugo La Malfa, meridionalista anche lui e raffinato intellettuale, ed eletto sindaco di Napoli nel 1975, incarico che dovette rifiutare nell’impossibilità di trovare un accordo tra i partiti per formare la giunta. Ma fu pure parlamentare tra il 1983 e il 1994, quando la battaglia politica era fatta, non su vacue promesse e banalità, imbrogli e pressapochismo, ma su progetti e programmi nati da studi attenti, critici e serissimi: valga per tutti il confronto che ebbe con la sinistra comunista, di cui è testimonianza il dialogo con Gerardo Chiaromonte raccolto poi in un libro sui problemi del Sud.
Ed infatti Galasso fu nominato sottosegretario ai Beni culturali nel governo Craxi, facendo approvare il provvedimento noto appunto come “legge Galasso”, la prima per la tutela del paesaggio, oggi che la sua regione è più nota come “terra dei fuochi” .
Tra i principali studiosi di Croce, curò la nuova edizione delle opere del filosofo mentre da notare sono la rassegna Storici italiani del Novecento (il Mulino, 2008), la Prima lezione di storia moderna (Laterza, 2008), la serie di cinque volumi L’Italia nuova (Edizioni di Storia e Letteratura, 2011-2012), il libro La Calabria spagnola (Rubbettino, 2012), le riflessioni contenute nel saggio Liberalismo e democrazia (Salerno, 2013). Da ultima era uscita l’anno scorso da Laterza la sua Storia della storiografia italiana.
“Scompare con Giuseppe Galasso una grande figura del mondo intellettuale italiano. Alla sua cultura di storico e di studioso del pensiero politico ha saputo unire una ricca umanità e una incrollabile passione civile, che ha animato nel tempo il suo impegno e ha contribuito a rafforzarne l’autorevolezza. Giuseppe Galasso ha posto la sua intelligenza a servizio dello sviluppo del Paese, coniugando con sapienza l’elaborazione di un meridionalismo moderno con l’ideale europeo”.
Così lo ha ricordato Sergio Mattarella, cha ha pure detto: “Uomo di governo, ha aperto una strada – anche sul piano legislativo – per la necessaria tutela del paesaggio, componente essenziale della nostra stessa identità nazionale. Desidero esprimere l’apprezzamento della Repubblica per il suo insegnamento e la vicinanza e la solidarietà ai familiari, agli amici che si nutrivano del confronto con lui, a tutti coloro che l’hanno conosciuto e apprezzato nel suo ruolo di professore, di esponente del pensiero laico e liberale, nel suo impegno politico e di governo, nei suoi studi che sono continuati fino a quando le forze lo hanno consentito”.
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