Una scuola senza materie, ma incentrata sulle ricerche su internet, che si avvale di stampanti 3D e anche dei telefoni cellulari in classe.
Sembra un sogno di qualche studente con la testa tra le nuvole invece è quanto sta succedendo in Finlandia, dove il futuro è sempre prossimo.
Il modello scolastico Finlandese, del resto, è da sempre considerato tra i più moderni ed efficaci del mondo e alla ricerca di continui aggiustamenti, secondo le esigenze che la società moderna scopre di avere di volta in volta.
Al centro di questa innovativo progetto scolastico, c’è un concetto base: l’eliminazione dei compartimenti stagni tra le varie materie e le tradizionali categorie di studio, per dare invece libero sfogo alle competenze degli studenti.
Il metodo di apprendimento, sostengono in Finlandia, deve essere in grado di fornire ai ragazzi le capacità adeguate richieste nella società del XI secolo. Come la capacità di saper respingere e gestire un fenomeno quale può essere il Cyberbullismo. Oppure la capacità, non sempre agevole per uno studente, di saper individuare su internet una Fake news.
Si tratta di un approccio completamente nuovo, dunque, basato sul senso di responsabilità dello studente che secondo il teorico del metodo dei “fenomeni” Kirsti Lonka, docente di Psicologia educativa all’università di Helsinki, viene accesa proprio grazie a questo approccio interdisciplinare: serve, è ovvio, un maggior senso di responsabilità, che ovviamente ha bisogno di essere introdotto, facilitato dalla possibilità stessa di poter sviluppare le proprie competenze, attitudini, interessi.
Dall’agosto 2016 le scuole finlandesi devono garantire, quindi un approccio “collaborativo”, permettendo agli studenti di scegliere un tema che li interessa e impostando attorno ad esso il lavoro complessivo, sia in aula sia attraverso il coinvolgimento di elementi esterni: dagli esperti ai musei.
È molto interessante l’esempio riportato nel recente articolo del Sussidiario.net: “da una lezione su Pompei e sull’eruzione del Vesuvio che la distrusse si passa al confronto con l’antica Roma, per poi tornare a oggi, alla Finlandia attuale, paragonando le terme romane con le moderne spa o gli attuali impianti destinati allo sport con il Colosseo, di cui a fine giornata viene prodotto un modello solido grazie a una stampante in 3D”.
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Con questo approccio, lo studio della storia avrebbe una marcia in più: perchè gli studenti oltre ad apprendere il fatto storico, studiano insieme anche tecnologia, comunicazione e sociologia.
L’approccio prevede, inoltre, l’utilizzo di strumenti tecnologici quali il cellulare o tablet per effettuare le ricerche su internet che consente loro di poter approfondire anche i temi di stretta quotidianità. Per fare ciò, da oggi in Finlandia è già possibile per gli studenti portare in classe smartphone e tablet senza alcun divieto.
Mentre il sistema scolastico finlandese ha da tempo già abolito i compiti a casa, lasciando spazio al gioco e alla possibilità per lo studente di scegliere liberamente le attività in cui impegnarsi nel tempo libero.
In Finlandia il percorso sta procedente in maniera graduale, cosi come ha spiegato Marco Braghero, ricercatore di Psicologia sociale all’università di Jyväskylä, nella regione dei laghi: il progetto “si è avviato nel 2013, sarà a regime entro sette anni. E si basa sui tre punti forti del sistema di istruzione di qui. Il primo è la formazione dei docenti, che fanno studi destinati specificamente all’insegnamento, sono selezionati e ben pagati. Il secondo è il coinvolgimento delle comunità e dei territori, che è continuo. Il terzo è la gradualità dell’innovazione, che va a geometria variabile grazie alle autonomie, ma allo stesso tempo può contare sulla stabilità nelle politiche educative. Insomma, possono cambiare i governi ma non la politica dell’istruzione“.
Una scuola così può funzionare anche in Italia? O rimane pura utopia?
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