Nonostante esistano due specifiche circolari ministeriali: la n. 100 del 2008 e la n. 86 del 2010, che hanno fornito alle scuole informazioni perfino dettagliate sull’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, questa materia è però per lo più negletta.
Come mai, si chiede un articolo presente sul Fatto Quotidiano?
Il problema è stato sollevato anche da noi negli anni scorsi e per questo con piacere riportiamo la riflessione del quotidiano che giustamente fa riferimento al marchingegno, bizantino, secondo il quale “le competenze relative a cittadinanza e Costituzionevanno sviluppate nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse”, cosi come è stabilito dall’art.1del D.l. n. 137del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 169del 2008, e cioè presente nel famoso riordino “epocale” della Gelmini.
In pratica, “Cittadinanza e Costituzione non sono una materia a sé stante ma un argomento da inserire nell’insegnamento di storia e geografia. Più propriamente, un argomento per il quale trovare spazio, nel corso della settimana, nell’ora di geografia e nelle due di storia”.
Chi fa scuola tuttavia, i prof, sa bene che ciò è praticamente impossibile perché lo spazio per “la Costituzione tra CarloMagnoe il clima, laprima rivoluzione industrialee gli Stati europei, la Prima guerra mondialee l’America latina”, non c’è.
“Gli alunni dovrebbero avere più tempo a disposizione per capirne i fondamenti e la straordinaria importanza. Perché non conoscere la nostra Costituzione significa privare i ragazzi della possibilità di essere consapevoli dei loro dirittie doveri. Perché conoscerla in maniera approssimativa equivale ad ignorare la nostra storia democratica”.
Conclusione: “La scuola che si vuole occupare di tutto rischia di dimenticarequel che conta davvero. Anche per questo sarebbe necessario che la Costituzione e l’educazione civicatornassero ad essere materia autonoma”.
“Una scuola che per inseguire una presunta modernizzazione e un adeguamento ai programmi di altri Paesi europei dimentica troppo spesso la sua missione. Costruire persone responsabili”.
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