La scuola che non esiste più…

Desidero descrivere quello che succede all’interno della maggior parte dei nostri istituti comprensivi.

Partendo dall’appello dei 600 accademici sugli errori da “terza elementare” degli studenti di oggi, come deve fare un insegnante a lavorare o diciamo pure cercare di lavorare se:

1) deve passare per l’ingerenza di depressi, frustrati e disperati genitori “pedagogisti 2.0”… sempre più pressante man mano che passano i giorni, che straparlano e vogliono mettere mano alle metodologie, alle scelte didattiche degli insegnanti non lasciandoli lavorare serenamente, e soprattutto non riconoscendone più l’autorità: non si ricorda mai che un insegnante in servizio è sempre un pubblico ufficiale; ultimamente, sempre i genitori “pedagogisti 2.0” vogliono mettere mano anche al tempo scuola dei loro figli, stravolgendo gli orari a loro uso e consumo. Proprio quei genitori poi, se convocati a scuola per colloqui, e assemblee di vario genere non si fanno vedere perché non obbligati… e a sentire loro troppo impegnati; è notizia di queste ore che in una scuola scozzese c’è il divieto di parlare con gli insegnanti sulla porta della scuola, si può fare solo su appuntamento e con motivazione scritta…

2) deve fronteggiare all’aumento dei bisogni educativi speciali degli alunni da solo facendo in classe spesso tre lavori diversi contemporaneamente, perché lasciato solo dai servizi.

In mezzo a questo ciarlare aggiungiamoci pure:

3) colleghi e colleghe anziani, facenti uso di psicofarmaci, che urlano in continuazione invece di fare lezione, non riuscendo più a contenere classi formate anche da pochi bambini e vengono trattati da certi genitori (che non capiscono e/o che fanno finta di non capire…) come “onnipotenti”; sempre questa categoria di colleghi, che gode ad essere “onnipotente”, è la prima a “lavarsi le mani” quando si tratta di andare contro i genitori e “difendere” il team colleghi;

4) colleghi e colleghe antichi, che non si spostano dal quadernino stampato di 20 anni prima… e che a malapena sanno accendere un computer;

5) colleghi e colleghe “incompetenti” nel ruolo di incarichi all’interno degli istituti (… è una svista far passare un orario completo al tempo pieno scuola primaria spalmato solo fino al giovedì alle 12.00?…);

6) colleghi e colleghe potenziate… conciliate… spesso assenti, e quando presenti, pieni di pretese per loro e mai per la classe in cui “dovrebbero” lavorare.

In tutto ciò si è mai visto qualcuno difendere quei poveri insegnanti di secondaria importanza, molto spesso non di ruolo (e che il Governo in ogni riforma tenta in qualche modo di far fuori), ma con titoli e preparazione molto superiore e “buttati” a fronteggiare soli e non in team il modo in cui arrivare a fine giornata…

Dov’è la “Buona Scuola”? Dov’è la collaborazione Scuola-Famiglia? Dov’è la collaborazione tra i gruppi di insegnanti? Anzi dov’è finita la “Scuola”?

To be continued…

I lettori ci scrivono

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