Come si valuteranno gli alunni alla fine dell’anno scolastico in corso? Quali prove dovranno essere considerate utili? Come si dovranno organizzare le scuole, quando settembre si tornerà in classe dopo il Coronavirus, probabilmente con le classi divise per non infrangere il distanziamento sociale imposto dal rischio contagio del Covid-19? A queste domande ha cercato di rispondere un team di esperti della Tecnica della Scuola, realizzando un progetto di revisione didattica e organizzativa del primo e del secondo ciclo di istruzione, denominato La scuola che verrà.
L’iniziativa è stata presentata in questi giorni alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, alla task force ministeriale, presieduta dal professor Patrizio Bianchi, che sta gestendo l’emergenza Coronavirus sul fronte dell’istruzione nazionale, e a tutte le componenti della scuola.
Nel documento realizzato dai nostri esperti Anna Maria Di Falco, Salvo Impellizzeri, Giovanni Morello e Fiorenza Rizzo, vengono spiegati i motivi per i quali nella fine dell’anno scolastico in corso, ad esempio, bisognerà valutare – ovviamente passando per gli organi collegiali – soprattutto lo sviluppo delle competenze chiave dello studente nel suo percorso complessivo: la strada se seguire, quindi, è quella di andare oltre alla mera considerazione delle sole singole prestazioni nelle prove di verifica.
In pratica, le interrogazioni realizzate on line e i compiti ricevuti via e-mail dovranno rappresentare solo alcune delle parti di didattica a distanza che andranno a comporre la valutazione finale: questa, quindi, diventerà solo l’atto finale di un’esperienza formativa composta da più parti.
Per settembre, invece, bisognerà rivedere l’organizzazione scolastica, valorizzando l’apporto di tutte le parti coinvolte – studenti, docenti, famiglie, tutto il personale della scuola – e svolgere formazione innovativa in modo organico.
In pratica, non si potrà più fare a meno delle immense opportunità tecnologiche interattive che ognuno, negli ultimi due mesi, è stato costretto a sperimentare (all’inizio anche improvvisando) dalla propria casa.
Inoltre, se si dovesse tornare in classe con didattica in presenza e a distanza alternate (molto probabile nelle classi con 30-35 alunni) bisognerà considerarle non più come un problema da affrontare e da superare, ma come una proficua “esperienza cognitiva aumentata”.
Il progetto, rinvenibile da questo link, è articolato in quattro parti che prevedono altrettanti video:
Seguiranno altre proposte operative sulla valutazione, sulla riprogettazione degli ambienti di apprendimento, sui Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, su Cittadinanza e costituzione, sempre con puntuali indicazioni per i dipartimenti e i consigli di classe che già operano per il nuovo anno scolastico.
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