Quando leggo sui giornali o apprendo dal TG, in tv, che le aziende non riescono a trovare personale qualificato, che i nostri ragazzi sono impreparati, ignoranti, quasi come se la colpa fosse tutta loro, mi ribolle il sangue nelle vene.
Che colpa hanno loro se si ritrovano nella maggior parte dei casi a dover frequentare istituti dove ci sono laboratori non funzionanti, mancano attrezzature, i computer sono vecchi di 15 anni fa, non c’è internet o quelle poche volte che c’è si parla di vecchie line adsl che viaggiano lentissime, praticamente sono inutilizzabili, ma soprattutto gli studenti nemmeno per fini didattici possono avere accesso alla rete.
Che colpa hanno loro se in alcuni istituti i colleghi, tirando in ballo la questione inclusione, la psicologia, meritocrazia e prodigandosi in tanti bei e lunghi discorsi ti vengono a dire: “Il nostro compito non è bocciare”.
OK! Ok! Ho capito, il nostro compito è istruire, formare, ma che senso ha promuovere chiunque anche e soprattutto i ragazzi più scalmanati, maleducati, che durante tutto l’anno scolastico non hanno mai aperto un libro, preso un appunto e ne hanno combinate di tutti i colori?!
Questa non è istruzione, formazione. Questa non è meritocrazia!
Quali valori si è riusciti a trasmettere a questi ragazzi diciamo “difficili” promuovendoli nonostante non abbiano imparato nulla in un anno scolastico, oltre che essere stati di continuo disturbo per quelli che avevano voglia di fare?
Personalmente ritengo che un sistema del genere non porti a nulla di buono. Nel loro interesse.
In un contesto del genere, dove non funziona quasi nulla, quando gli parliamo di tecnologia, automazione, futuro, meritocrazia, legalità, sinceramente mi sembra di prenderli in giro. Soprattutto, come si fa a prepararli al mondo del lavoro se non si hanno gli strumenti adatti?
Se il gap tecnologico fra la scuola e le aziende, è molto vasto, come si può pretendere che i nostri ragazzi siano ben formati, preparati?
La maggior parte degli istituti scolastici è rimasta nella preistoria, con metodologie didattiche vecchie, stantie, che non sono di alcuna utilità ai ragazzi una volta li fuori, nel mondo del lavoro.
Come si può pretendere che siano pronti ad affrontare il mondo del lavoro quando si fanno tantissime attività extra didattiche che tolgono gli allievi dalle classi per portarli al cinema, al teatro, al museo, per partecipare agli scioperi, per il no alla mafia, per il sì alla legalità ecc… ecc…?
Per loro sono momenti di spasso più totale!! Nulla a che vedere con la formazione!
Che si facciano progetti attinenti alle materie di studio e per i quali debbano essere formati, che si investa più in attrezzature, laboratori, strumenti legati alla professione che si andrà a fare una volta usciti da scuola.
Come si può creare un ambiente didattico e utile a tutti quando di fronte a docenti minacciati, derisi, derubati, offesi si continua a dire promuoviamo anche i ragazzi che mancano di educazione e rispetto nei confronti dei professori, della scuola?!?!
Questo è un sistema, una società, ipocrita.
I nostri ragazzi semplicemente si sono adattati a quello che la società gli offre. Basti vedere i programmi spazzatura in TV, pieni di vip, personaggi vari che sono tutt’altro che persone ma “prodotti” costruiti per vendere detersivi, occhiali da sole, vestiti ecc.. Personaggi dai quali i nostri ragazzi prendono esempio… Per non parlare poi delle pubblicità varie, Back to School, che ogni anno puntualmente vengono portate avanti dai vari produttori di zaini, penne, matite, diari, quaderni, dove i vari strumenti didattici che servono per il lavoro che dovranno svolgere vengono presentati come qualcosa per farsi fighi, essere cool.
I nostri ragazzi non hanno più buoni esempi da seguire.
In un contesto del genere l’immagine della scuola che i ragazzi si fanno della stessa è ben lontana da quella che dovrebbe essere.
Domani, quando nuovamente giornali, TG, si scaglieranno contro i nostri ragazzi additandoli come nullafacenti, ignoranti, impreparati, dovrebbero ricordarsi di chi si sta occupando della loro formazione. Di chi perde tempo in attività inutili, di chi promuove e porta avanti anche chi non merita. Di questo Stato e della politica, che da anni non investono più nella scuola.
Fabio Gangemi
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