Il premier Conte nel suo discorso d’insediamento ha citato Dostoevskij: “Se ‘populismo’ è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente … ebbene queste forze politiche meritano questa qualificazione”.
Non sarebbe stato più appropriato derivare il senso di “populismo” avendo a riferimento la società contemporanea invece di privilegiare un personaggio dell’ottocento?
Per dominare complessità e dinamismo, caratteri del mondo moderno, bisogna possedere lungimiranza, bisogna saper gestire i cambiamenti, bisogna saper elaborare strategie, bisogna saper scegliere e saper capitalizzare l’esperienza, bisogna valorizzare il feed-back, bisogna aver studiato, requisiti non posseduti da chi riduce la realtà alla quotidianità e al breve periodo.
Due punti di vista differenti: alla visione sistemica si contrappone il caso specifico, la contingenza.
Un conflitto che compare negli scritti di Aldo Moro prigioniero: “Qui non si parla di diritto astratto”.
La dimensione della questione “populismo” é molto, molto estesa: è da affrontare come problema di comunicazione, per avvicinare le due sponde.
La rimodellazione della scuola potrebbe essere la carta vincente.
Enrico Maranzana