Lunga intervista a Radio Articolo 1 per il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. Le parole dell’esponente sindacale giungono dopo gli incontri per il rinnovo del contratto scuola e per dirimere la questione dei diplomati magistrale.
L’incontro di prosecuzione del negoziato per il rinnovo del contratto istruzione e ricerca all’Aran del 15 gennaio si è incentrato prevalentemente su tre questioni: le modalità con cui definire gli incrementi economici, le procedure disciplinari e le relazioni sindacali. La discussione si è svolta ancora sugli aspetti di metodo, la cui rilevanza non è di poco conto soprattutto sulle questioni di carattere normativo. Nel pomeriggio, all’Aran, nuovo round dell’intricata trattativa.
Per quanto riguarda gli incrementi retributivi, l’Aran ha illustrato i criteri con cui si sta elaborando la proposta che verrà portata al tavolo di trattativa: “Al fine di sostenere i trattamenti retributivi più bassi rispetto all’obiettivo di incremento medio fissato nell’accordo di palazzo Vidoni, si ipotizza l’introduzione di un elemento perequativo sotto forma di una tantum che verrebbe corrisposta dal mese di marzo e fino al mese di dicembre 2018 in aggiunta all’incremento base, anch’esso decorrente dal 1 marzo. Prevista anche la corresponsione di arretrati relativi agli anni 2016 e 2017 e ai primi due mesi del 2018”.
Le parole di Francesco Sinopoli
“L’Aran ha glissato sulla nostra controproposta – spiega a RadioArticolo1 Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil – e ha proposto, invece, di seguire un’altra via, cioè mettere da parte questi nodi e passare ad altri aspetti presentando un articolato, anche questo sostanzialmente costruito sulla base del testo delle funzioni centrali, in cui si fa riferimento ai meccanismi di aumento delle retribuzioni, senza peraltro indicare in alcun modo le cifre”.
Per i sindacati è invece necessaria “una trattativa che parta dalle relazioni sindacali e affronti nel merito tutti i nodi – precisa Sinopoli durante il programma Italia Parla –. Noi abbiamo bisogno di avere dei sì o dei no e a quel punto poter decidere qual è la strada per riconquistare questo contratto, se restare in trattativa o invece assumere altre iniziative. Ripeto: la trattativa deve iniziare dal nodo delle relazioni sindacali, dagli ambiti della contrattazione integrativa e deve poi arrivare ai punti che riteniamo fondamentali, e cioè la riconquista del potere negoziale, la ricontrattualizzazione della legge e via discorrendo”.
La legge 107
“I punti principali del negoziato, oltre a quelli già citati, sono la ricostruzione di spazi di collegialità nella scuola, che sono indispensabili – spiega Sinopoli – per quella che noi definiamo una comunità educante che non è paragonabile a nessun altro posto di lavoro. C’è una specificità della scuola ma c’è una specificità del settore istruzione e ricerca, perché sono luoghi di lavoro caratterizzati da una forte dimensione di autogoverno, quindi anche il tema della partecipazione non si può che declinare diversamente in queste istituzioni. Le funzioni centrali sono un’altra cosa, c’è un elemento importante di quel contratto che certamente noi recupereremo ma questa trattativa riguarda i comparti istruzione e ricerca”.
La questione salariale
“Ci aspettiamo di avere delle proposte dall’Aran, ancora non abbiamo visto un numero che comprenda anche le risorse della 107, tanto per iniziare, e tutte le risorse che vengono destinate attraverso scelte unilaterali, per esempio anche negli enti di ricerca ci sono i premi per meriti scientifici che vengono attribuiti direttamente dai consigli di amministrazione”, aggiunge Sinopoli.
Diplomati magistrale
“Il Consiglio di Stato – afferma Sinopoli – in adunanza plenaria ha sostanzialmente contraddetto tutta la giurisprudenza dei Tar relativa all’inserimento nelle graduatorie a esaurimento dopo il 2007 dei diplomati magistrali. A migliaia insegnano, più di cinquemila, circa 5.600, sono stati assunti a tempo indeterminato, quindi non sono supplenti, naturalmente questa pronuncia ha un impatto considerevole. Noi abbiamo detto subito che è necessaria una soluzione politica. Serve una norma di legge, partendo da un intervento immediato di carattere amministrativo che metta in sicurezza l’anno scolastico e consenta a questo personale di prendere supplenza anche il prossimo anno. Bisogna costruire un percorso di reclutamento, di stabilizzazione che deve però riguardare anche i laureati in scienze della formazione primaria. Scontiamo la solita mancanza di attenzione nei confronti della scuola primaria e dell’infanzia. Nella legge 107 non c’è stata nessuna riflessione sul sistema di reclutamento e nessuna attenzione a chi lavora, c’era la possibilità di intervenire e risolvere il problema, non l’hanno voluto fare”.