La scuola dei “sappiamo” e dei “vorremmo”. Aspettando i “sappiamo” e i “vorremmo” le questioni sulla scuola sembrano non cambiare. Anzi si cerca di andare avanti con la “mossa del gattopardo”. Sappiamo che la credibilità della scuola da parte dell’opinione pubblica è pari a zero; sappiamo che la stessa opinione pubblica considera gli insegnanti dei “privilegiati” della pubblica amministrazione per via delle ore di lavoro esprimibili solo in 18 ore di lezioni frontali (senza contare le attività funzionali all’insegnamento) e per via degli ipotetici e chiacchierati tre mesi di vacanze estive all’anno (i quali rappresentano il frutto della vulgata e dell’immaginario collettivo), sappiamo che ci sono genitori che considerano la scuola piuttosto che il luogo di istruzione e formazione dei propri figli, un luogo bensì di “parcheggio” per i figli pensando: “se la vedono i docenti e ci pensano loro a educarli e istruirli”.
No, purtroppo, non è affatto così e la scuola dovrebbe reagire con forza a questa mentalità retrograda ed offensiva nei riguardi dell’operato degli insegnanti che sono professionisti che svolgono sempre un lavoro sia pure intellettuale, il quale comporta dispendio di energie, sacrificio, impegno e dedizione.
Tuttavia bisogna dire che la scuola, come comunità educante composta di diverse professionalità che vanno dal collaboratore scolastico, al Dirigente, deve recuperare quella credibilità ormai nulla che vede soccombere giornalmente i docenti in una battagli persa, ma che va vinta. E alla vittoria della battaglia per la difesa e il recupero della credibilità della scuola, un ruolo non certo marginale e relativo svolge il Dirigente Scolastico, il collante o meglio l’anima che “dovrebbe” (ma nella realtà avviene in poche istituzioni scolastiche) unire tutte forze della scuola, in particolar modo i docenti, ossia coloro che sono i più esposti ai rischi e difendere a spada tratta la loro dignità, la loro professionalità, la loro tenacia e non maltrattarli e spesso minacciarli con una nota disciplinare di biasimo che resterebbe come una macchia nella carriera.
Gli insegnanti devono trovare nella figura del Dirigente Scolastico un loro alleato, un loro supporter, una figura professionale che coniglia, indirizza, guida. E invece spesso la cronaca quotidiana ci offre uno spettacolo indecoroso di Dirigenti Scolastici che scaricano le colpe sui docenti, a suon di carte bollate e con rischi di licenziamento e docenti che si vedono costretti a ricorrere agli avvocati per farsi difendere nelle sedi giudiziarie. Quindi l’autorevolezza della scuola dipende molto dall’abilità del Dirigente Scolastico, a cui è demandato il compito gestionale non certamente facile
Mario Bocola
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