Sicurezza ed edilizia scolastica

La scuola del futuro: a Vercelli un esempio da seguire

Sarà un gioiello di tecnologia scolastica, a impatto zero che metterà a disposizione laboratori e spazi pubblici ad uso degli abitanti di Vercelli.
Il progetto nasce con l’obiettivo di recuperare una vecchia caserma (Garrone) nel cuore della provincia piemontese.
Il “civic center”, così si chiama l’istituto scolastico che la Provincia intende realizzare nel parcheggio della caserma, ricorderà come caratteristiche e uso degli spazi una scuola del nord Europa, con
tanto di parcheggio sotterraneo.
I tempi sono ancora piuttosto lunghi, vista la complessità dell’opera: si parla di un costo di circa 10 milioni di euro e i lavori potrebbero essere avviati tra 2021 e 2022 però le idee da parte delle Istituzioni locali sono assolutamente chiare ed innovative.
La nuova scuola, sarà tra le altre cose, completamente integrata con il resto della caserma, dove verrà trasferito il tribunale, senza alcun problema di incompatibilità tra vecchio e nuovo.
Riva Vercellotti, ex presidente della Provincia di Vercelli, parla di una scuola che sarà poco visibile all’esterno, a impatto zero, che valorizzerà l’intera area e consentirà di mettere a disposizione della città anche un parco urbano per famiglie, bambini e anziani. Un edificio all’avanguardia in termini di design scolastico, luminoso, tecnologico e immerso nel verde.
Sono previsti 5 nuovi laboratori collegati con la parte storica dell’istituto e con l’ex lavatoio ristrutturato una decina di anni fa e oggi già utilizzato dalla scuola superiore cittadina.
Una scuola che rientra nel bando “scuole innovative”, che non darà l’idea agli studenti di essere in prigione ma dentro un contesto ambientale stimolante e leggero.
Ma come deve essere la scuola del futuro?
Sicuramente deve essere fatta con edifici sicuri, a prova di qualsiasi pericolo come può esserlo un terremoto o un incendio, riutilizzando laddove è possibile ex edifici industriali o ex uffici riconvertiti. Gli ambienti devono essere dotati di laboratori e spazi dedicati ad attività specifiche, con sempre meno aule tradizionali. Gli studenti devono poter avere a disposizione dotazioni ed attrezzature didattiche ricche e innovative, internet e assistente virtuale.
Questi assistenti (robot) saranno in grado di sviluppare le competenze dello studente, verificandone l’apprendimento e utilizzerà i risultati della valutazione per modellare le attività di studio successive. Non sostituiranno i docenti ma li affiancheranno. Le nuove scuole dovranno avere aule virtuali: si ipotizza, infatti, che entro il 2030 un bambino studierà in un’aula multipla virtuale in tutto il mondo ogni giorno.
I migliori insegnanti raggiungeranno i bambini di tutto il mondo
attraverso device di traduzione vocale e tele-presenteranno le loro lezioni annullando le distanze geografiche e linguistiche attuali.
Un aspetto da non trascurare è inoltre, il rapporto nuovo che si deve creare tra scuola, territorio e società. I tre attori dovranno riuscire sempre più a mettersi intorno ad un tavolo per far emergere le esigenze specifiche della società e del territorio e trovare insieme una soluzione condivisa anche dai futuri datori di
lavoro, con l’obiettivo di sviluppare insieme le competenze di cui avranno bisogno nell’ambiente professionale tra cui il pensiero critico e l’empatia.
I ragazzi meritano di tornare al centro della formazione, di essere considerati degni di partecipare alla vita sociale. La scuola deve tornare ad essere la base di riferimento dove si raccolgono progetti , esperienze, uscite , attività.
Basta con le scuole “di contenimento” nate ormai il secolo scorso con la logica di ospedali e caserme e spazio invece ad ambienti aperti all’apprendimento.

Dino Galuppi

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