La scuola del futuro è in costruzione: si tratta di un edificio completamente smontabile in base alle necessità e green sul fronte della sostenibilità. Come riporta Il Corriere della Sera sorgerà in Veneto, nel trevigiano, e seguirà il modello degli spazi circolari e modulari.
Nessun elemento strutturale della scuola diventerà un rifiuto con la necessità di smaltimento e potenziale inquinamento ambientale. L’edificio sarà realizzato grazie a 3 milioni dai fondi Pnrr e i restanti 2,3 milioni finanziati con risorse proprie dal Comune di Conegliano, per un investimento totale di 5,3 milioni.
La scuola sarà pronta a gennaio del 2025. L’edificio si svilupperà su 2.119 metri quadri e su un lotto di 6.800 metri quadre. Prevede dieci aule per ospitare 250 studenti. Oltre all’utilizzo dei materiali, il rispetto dell’ambiente nell’ottica del tanto ambito traguardo delle zero emissioni inquinanti.
“Il progetto prevede il ricorso a fonti energetiche rinnovabili grazie all’installazione di un’estesa superficie di pannelli fotovoltaici sul manto di copertura – spiega l’architetta Maria Alessandra Segantini, specializzata in progetti di rigenerazione urbana – Grazie all’utilizzo di energie alternative, si prevede la realizzazione di un edificio in classe energetica nZEB, ossia a energia quasi zero”.
Il rispetto dell’ambiente e la filosofia totalmente ‘green’ riguarderà anche i materiali utilizzati: “La struttura in acciaio è riciclabile a fine vita dell’edificio – spiegano gli architetti – L’utilizzo del sughero come materiale per la pavimentazione è una materia prima naturale biodegradabile al 100 per cento, riciclabile e rinnovabile”.
Sarà il prototipo di scuola del futuro anche per la innovativa concezione degli spazi, dove la circolarità riprende la piazza come luogo aperto di incontro e di scambio. “Dalle dieci aule si potrà accedere al giardino esterno – illustra l’architetta – Il progetto conserva, inoltre, gli alberi esistenti: i due filari di tigli, lungo via Padova e il confine settentrionale del lotto e i due grandi cedri dell’attuale giardino pubblico, aggiungendo nuovi tigli, betulle, cachi e siepi di lavanda”.
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