In questa tragica esperienza del contagio da coronavirus Covid 19, la scuola si è trovata improvvisamente a trasformarsi da reale e concreta a “virtuale e digitale” ed ha dovuto rimettere in discussione regole, modelli, programmazioni, relazioni ponendosi la domanda di come continuare ad essere la principale agenzia educativa dello Stato.
Il diritto alla scuola è di tutti e per tutti: oggi, però, ci poniamo la domanda se il fare scuola attraverso la didattica a distanza è di tutti e per tutti oppure – come possono dimostrare le tante realtà scolastiche che operano nelle grandi e complicate periferie delle città – per tanti!
In queste settimane sentiamo parlare e vediamo raccontare sui media esperienze di scuola virtuale che fanno onore a chi le ha progettate, organizzate ed applicate in favore delle loro comunità scolastiche.
Sembra però che non ci sia la consapevolezza che una percentuale non indifferente degli alunni – OGGI – sia rimasta “fuori” dalla scuola!
C’è una parte di alunni che oggi non possono fare didattica a distanza secondo i canoni previsti dalle piattaforme digitali per assenza di adeguati dispositivi che possano consentire loro di sentirsi protagonisti attivi nel loro percorso di formazione.
Dobbiamo dirlo senza reticenza alcuna: rischiano di essere gli “ultimi” non per scelta ma per necessità!
Siamo curiosi di sapere quanti dispositivi idonei alla DaD hanno chiesto le scuole nell’ultimo questionario che è stato proposto ai Dirigenti scolastici!
Sarà la dimostrazione del deficit di dispositivi digitali che si registra nelle famiglie dei nostri alunni!
Ancodis vuole porre all’attenzione della comunità scolastica e delle sue Istituzioni la preoccupazione di tanti uomini e donne che vivono queste dolorose realtà sociali e che nonostante tutto con onore e forte etica professionale – non guardando a codici e codicilli normativi né agli obblighi contrattuali – si adoperano per non lasciare fuori nessuno.
In tante realtà scolastiche che operano nelle cosiddette “aree a rischio”, istruire in modo non virtuale in stretta relazione fisica dei docenti con i loro alunni e con tutte le ben note criticità è una quotidiana conquista sul campo.
Oggi dopo aver sconfitto o quasi la dispersione scolastica saremo costretti forse ad iniziare una nuova battaglia ben più difficile da contrastare: la “dispersione digitale”.
E, purtroppo, in questa battaglia noi docenti possiamo fare ben poco.
Qui deve entrare in campo, con determinazione e con tutte le forme possibili, lo STATO per mettere in condizioni e consentire, nel più breve tempo possibile, a TUTTI gli alunni di poter rispondere PRESENTE all’appello che ogni docente sarà chiamato a fare prima dell’inizio della sua attività didattica.
In questo modo avremo reso onore all’art. 34 della Costituzione anche in tempo di didattica digitale!
Rosolino Cicero
Presidente ANCODIS – Palermo
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