La scuola è iniziata per i docenti il 1 settembre 2022.
Ad oggi 12 novembre sono state pubblicate nella scuola superiore di II grado dove lavora la mia compagna, 81 circolari ed ha ricevuto sul suo account scolastico 251 email. E’ questa la scuola che proponiamo ai nostri figli?
Una scuola in cui gli insegnanti sono diventati dei burocrati che si occupano di amministrazione, dove la didattica è lontana come una stella osservata da un cannocchiale astronomico.
Collegi docenti in cui si discutono e si approvano progetti per pochi e soliti noti, consigli di dipartimento in cui l’UDA è una sconosciuta e le griglie di valutazione di verifiche scritte e orali sono lasciate alla buona volontà del singolo docente, si discute del nulla. Consigli di classe dove il tempo impiegato viene speso per redigere i famigerati PDP, per alunni che avrebbero bisogno soprattutto di esser incitati allo studio e non sollevati da questo gravoso impegno giornaliero, considerando che alla loro età dovrebbe essere un dovere, ma in questa società moderna esistono soltanto i loro diritti.
Concorsi banditi e fatti svolgere in periodi completamente sbagliati, senza alcuna programmazione, dove la metodologia dell’insegnamento, le TIC e il saper parlare, esclusivamente, l’inglese, sono il fondamento del concorso, mentre la conoscenza della materia non viene annoverata fra i requisiti per esser vincitori di questi concorsi. Immissioni in classe di vincitori o presunti tali, visto l’anno di prova ed eventuale superamento di corsi da sostenere a pagamento, durante questo anno scolastico, con conseguenze inevitabili sulle scuole, sulle classi e soprattutto sui singoli studenti che si vedono cambiare il docente dopo tre o più mesi.
Non faccio altro che scrivere per lamentarmi di questa scuola italiana. Purtroppo sto vedendo, dal mio modesto parere, che la strada intrapresa sia completamente sbagliata e non si stia facendo nulla per fermarsi un attimo a riflettere su dove sia diretta tale strada. Un Ministero dell’Istruzione può errare, ma i dirigenti dei dipartimenti da cui è costituito seguono pedissequamente il Ministero, lo stesso dicasi dei dirigenti degli Uffici Scolastici Regionali e di quelli Territoriali, che non una parola hanno posto per chiedere di modificare questa tendenza alla distruzione della didattica.
Vincenzo Storace