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La scuola delle sottrazioni

Se soltanto il 4% degli italiani si è dichiarato favorevole a tale sentenza, che non ha alcun vincolo , anche per il ricorso presentato dal Governo italiano, vuol dire proprio che la sentenza è solo espressione di un accanimento ideologico di falsa laicità, vera cristofobia che non porta a nulla.

Alla scuola si tolgono le ore di insegnamento, si tagliano gli organici, si riducono i finanziamenti, si levano posti di lavoro, ed ora si toglie il crocifisso, e poi ancora la foto del presidente della Repubblica e chissà forse anche la bandiera…, cosa resta di una scuola delle sottrazioni?
Qualche anno fa dalle pagine del quotidiano “La Sicilia” si condannava il gesto riprovevole accaduto a Rovigo sul “Crocifisso preso a martellate” ed ora lo stesso docente, sospeso per un mese dall’insegnamento, oggi si presenta in Tv come un eroe, un antesignano della sentenza di Strasburgo.
E’ proprio nero lo spazio che circonda il medico di Abano Terme, convivente della finlandese autrice dell’istanza che ha provocato la sentenza. Ha preferito, infatti, far sentire la sua voce in Tv velato dal buio, metafora del suo mondo senza speranza e senza futuro. Poveri ragazzi cresciuti con il turbinio delle opposizioni da provocar loro di star male a scuola, solo perché in classe c’era il crocifisso.
Sempre sulla pagine de “La Sicilia” nel luglio del 2007 si legge di un liceo di Catania, ove dietro la “cattedra “, sulla parete tappezzata di scritte e disegni, c’erano i resti di un crocifisso mutilato, braccia e gambe spezzate, ed anche il legno era spezzato dalla parte della braccia.
In quell’aula, per tutto l’anno si sono svolte regolarmente le lezioni; ventidue ragazzi per un anno intero hanno guardato quel crocifisso mutilato, otto docenti si sono avvicendati nell’insegnare materie, contenuti e… valori ed anche il docente di Religione cattolica ha fatto lezione in quella classe, spiegando la storia di non so quale religione, se non si è accorto neanche del misero stato di quel “povero Cristo” e non ha fatto nulla per provvedere, dato che neanche l’ufficio di presidenza si era accorto, né era stato informato dello stato di deplorevole degrado dell’aula.
Per fortuna il crocifisso è stato rimesso a posto con l’inizio del nuovo anno e c’è ancora .
Il crocifisso non si tocca! è il nostro slogan non di protesta, ma di giustizia e di rispetto della storia, risposta a quell’intettualismo antistorico e astorico, come ha affermato lo stesso Cacciari, sindaco di Venezia .
In una società nella quale i simboli contano, resti pure il crocifisso nelle aule, simbolo della religione cristiana monoteista che ha costruito la storia anche di coloro che non vogliono riconoscerla e reclamano la libertà, la quale non può esistere senza le radici e l’incontro con il Maestro della “vera” libertà.
Alle molteplici sottrazioni della scuola vorremmo anteporre le addizioni dei valori e dei principi, degli insegnamenti onesti e delle relazioni educative, messe in atto da educatori testimoni, capaci di prendersi cura di tutti e di ciascuno , dando risposte adeguate ai tanti perché che accompagnano il loro cammino.
Giuseppe Adernò

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