Il mondo della scuola sembra sempre più entrare in rotta di collisione con il Governo Draghi: le Legge di Bilancio in dirittura d’arrivo non piace e anche il piano di ripartizione dei fondi dell’istruzione del Recovery found, oltre 17 miliardi, non convince. Allo sciopero del personale del prossimo 10 dicembre, proclamato da quasi tutti i sindacati maggiori e minori, tranne la Cisl, si sta aggiungendo il malcontento degli studenti: alcune scuole sono state infatti occupate e nella giornata del 3 dicembre è arrivata l’adesione di alcune sigle studentesche alla protesta di venerdì 10. Quel giorno daranno il loro sostegno nelle piazze e lo faranno anche in occasione degli Stati Generali della scuola, che sono stati lanciati nelle piazze del 19 novembre, con l’obiettivo di immaginare e costruire una nuova idea di scuola, assieme a tutto il mondo del sociale.
“Accogliamo con favore e sosteniamo lo sciopero generale del personale scolastico convocato da numerose sigle sindacali”, ha detto Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti.
“Il 10 – ha detto Redolfi – saremo a fianco di tutto il personale della scuola a gridare che urge cambiare rotta e ripensare un altro modello di scuola, differente per tutte le componenti sociali che lo vivono”.
“Un ministro che pensa di mandare studentesse e studenti in azienda già alle elementari ma non fa nulla riguardo le classi pollaio e il benessere psicologico è un ministro che ha fallito – continua Ludovico Ottolina, dell’esecutivo nazionale – È il fallimento di un intero sistema pedagogico che sta divenendo sempre più succube alle esigenze del mercato, non fornendo capacità e strumenti nella costruzione di un pensiero critico e distruggendo il ruolo trasformativo dei luoghi della formazione”.
La mobilitazione non risparmia i presidi: sempre in queste ore, Dirigentiscuola ha proclamato lo stato di agitazione e la “disobbedienza civile“.
Il 6 dicembre il sindacato guidato da Attilio Fratta scenderà in piazza, di fronte al Ministero dell’Istruzione, “per manifestare contro il governo sordo alle richieste che da settimane vengono avanzate sui problemi della dirigenza scolastica”.
“È una vergogna, – ha dichiarato lo stesso Fratta -, ci sentiamo presi in giro dal governo e dal ministro Bianchi, che non prenderà parte alla nostra iniziativa. La situazione dei dirigenti è insostenibile e la manifestazione sarà una protesta contro il governo e il ministro, che non avrà più il nostro appoggio”.
“Ci avevano garantito interventi – ha continuato il leader di Dirigentiscuola – e non abbiamo ricevuto un centesimo, ci sono soldi ovunque e nessun fondo destinato alle questioni della dirigenza. Il presidente Draghi ignora completamente il problema. Dopo 11 anni di promesse, la situazione dei dirigenti scolastici e ancora gravissima e nessuno ne parla”.
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