Una scuola che non garantisce gli stessi diritti a tutti i suoi alunni è inadempiente. E chi causa l’inuguaglianza può essere chiamato a risarcire il giovane in formazione. Ancora di più se si tratta di un alunno portatore di disabilità. È questo il senso di un’ordinanza emessa dal tribunale civile di Firenze che ha condannato il Comune del capoluogo toscano a risarcire per “discriminazione indiretta” con 15mila euro un ragazzo disabile. Ciò perchè per un periodo limitato, il ragazzo ha avuto problemi nell’accesso alla scuola media Dino Compagni, situata sempre nel capoluogo toscano. Il motivo della condanna sta nell’assenza di una rampa d’accesso all’istituto, la cui realizzazione aveva trovato ostacoli da un punto di vista tecnico.
La rampa è stata poi costruita, ma in ritardo: per un periodo di tempo, quindi, il ragazzo ha avuto problemi nell’accedere a scuola. Non solo: la mancanza di quella rampa ha anche pregiudicato la socialità del giovane, che non è potuto entrare e uscire assieme ai compagni di classe e di scuola.
L’agenzia Ansa ha spiegato che dell’ordinanza del tribunale, emessa alcuni mesi fa, si è parlato il 19 ottobre in Consiglio comunale, nell’ambito della discussione di una delibera che riconosce un debito fuori bilancio di 15mila euro per il risarcimento: ad illustrare il caso è stato l’assessore al welfare Sara Funaro.
Da Palazzo Vecchio si sottolinea che nell’ordinanza “si parla di discriminazione indiretta di fronte a comportamenti neutri che mettono persone con disabilità in condizione di svantaggio”.
Eppure, è stato sottolineato, “il plesso scolastico è sempre stato conforme ai criteri di legge in materia di barriere architettoniche Il comportamento ritenuto dannoso dal tribunale è da ricondurre a un periodo specifico in cui al minore non è stata garantita possibilità di uscire insieme agli altri compagni e inoltre non é stata garantita dalla dirigenza scolastica l’apertura dell’ingresso alternativo della scuola insieme agli altri compagni, nonostante molteplici sollecitazioni. Ingresso che poi è stato attivato l’anno successivo”, hanno spiegato da Palazzo Vecchio.
Una sottolineatura che però non è bastata ad evitare il risarcimento danni all’alunno disabile danneggiato non poco per l’assenza della rampa di accesso alla sua scuola.
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