Il nostro Ministro ha sostenuto con molto convincimento che la scuola italiana deve essere sempre più una sede di formazione e non solo un trasmettitore diretto di sapere. Il docente non deve solamente limitarsi a trasmettere contenuti e a facilitare il percorso di apprendimento, ma deve anche saper selezionare le informazioni da trasmettere e dare strumenti ai giovani di tipo logico-deduttivo.
La frase che ha colpito molto, durante l’intervento del ministro Profumo, è quella in cui dice che la scuola deve trasformarsi in un hub di servizi e non potrà essere più soltanto trasmettitrice diretta di sapere. Profumo usa il termine hub, da buon conoscitore di informatica, per dare forza al suo messaggio.
Ma cosa è un hub? Nel gergo informatico un hub è un concentratore ovvero un dispositivo di rete che funge da nodo di smistamento di una rete di comunicazione dati organizzata prevalentemente con una topologia a stella. Per cui la scuola e i suoi docenti che la caratterizzano, dovranno essere capaci trasmettitori e gestori di saperi che provengono da altre origini.
Con la didattica che la scuola offre oggi, i giovani studenti apprendono con strategie tradizionali non più del 20% delle conoscenze che invece dovrebbero apprendere, quindi è ovvio che qualcosa non funziona e che bisogna intervenire per innovare la scuola per renderla più attuale. Siamo giunti, continua il ministro Profumo, alla vigilia di una seconda rivoluzione culturale.
Da questa rivoluzione dovrà uscire una scuola più moderna, più informatizzata, che sia in grado di rilanciare l’Italia
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